Carolina Franza / 16-29 giugno

3 Angeli e beati

Angeli e beati

INAUGURAZIONE SABATO 16 GIUGNO ALLE ORE 18

Celesti considerazioni

“Carolina Franza è un’artista triestina contemporanea che nell’arte iconografica ha raggiunto traguardi espressivi importanti universalmente riconosciuti dagli estimatori e critici di quest’arte pittorica antica. Oggi ci presenta una nutrita serie di nuove sue creazioni con il titolo “stimolante” di Celesti considerazioni.
L’icona è un sacramentale, venerata dalla chiesa ortodossa perché considerata un “portale” che unisce il mondo terreno a quello trascendente e quindi le considerazioni delle icone qui presentate diventano necessariamente celesti perché ti introducono nella dimensione iperurania del sacro e del divino. Il cielo, di colore azzurro (celeste), è da sempre stato considerato sede dell’energia creatrice l’universo ed ideale di ricerca evolutiva dell’uomo verso la perfezione e l’eternità.
Il titolo però allude anche al colore blu/azzurro, e quindi celeste, dominante nella maggior parte delle icone qui esposte: anche i colori hanno un profondo significato teologico e simbolico nella tecnica descrittiva delle icone. Il colore azzurro/blu rappresenta la trascendenza ed il divino; trasmette una sensazione di calma e di serenità; suggerisce l’illusione di un mondo soave, irreale. Questa tinta rappresenta il mistero del divino nell’umano cioè l’Incarnazione.”
In queste Celesti considerazioni si è pertanto avvolti da suggestioni e da elementi riguardanti la tradizione, ma anche dall’originalità d’intuizioni legate alla modernità e troviamo simbologie mistiche connesse alla cultura cristiana ortodossa nonché miti e leggende spesso dimenticati. L’analisi e la lettura di queste icone ci riconcilia con un mondo di meditazione e di silenzio del quale abbiamo da tempo perso l’effetto rasserenante.“
Antonio Cattaruzza (Juliet Art Magazine, giugno luglio agosto 2018)

2 Madre di Dio Stella matutina

Madre di Dio Stella matutina

1 Madre di Dio Regina degli Angeli BASE

Madre di Dio Regina degli Angeli

Di lei hanno scritto, è stata presentata da:
Marianna Accerboni, Elisabetta Batich, Sergio Brossi, Domenico Caciolla, Annamaria Castellan, Antonio Cattaruzza, Daniele D’Anza, Eligio Dercar, Annalisa Foti, Matteo Gardonio, Claudio Grisancich, Carla Guidoni, Claudio H. Martelli, Sergio Molesi, Paolo Maurensig, Olga Micol, Luigi Pitacco, Caterina Ratzenbeck, Franco Rosso, Alessandra Scarino, Enzo Santese, Maria Trevisan, Roberto Vidali,.
È censita dall’anno 2001 e 2009 nel “Dizionario degli artisti di Trieste, dell’Isontino dell’Istria e della Dalmazia” – Hammerle Editori – Claudio H. Martelli.
2009 Collezione Manzano. Catalogo mostra 13 novembre-8 dicembre 2009. Foledor Boschetti della Torre. Comune di Manzano. Progettazione grafica Centro Full Service – Udine
Catalogo “Le collezioni d’arte dell’Itis”, a cura di Daniele D’Anza e Matteo Gardonio, 2012.

5 Coro di angeli

Coro di angeli

4 Arcangelo Gabriele

Arcangelo Gabriele

Carolina Franza nasce a Trieste, e inizia a dipingere fin da piccola. Alle scuole medie partecipa a due ex-tempore, venendo premiata.
. Segue le lezioni a Firenze della pittrice e creatrice di vetrate Luisa del Campana, ed apprende la necessità di impadronirsi di tutti gli stili prima di sceglierne uno personale. E’ del 1981 il primo incontro con gli insegnamenti di Tommaso Palamidessi, e il 1989 vede le prime mostre di icone, (Firenze, Spoleto), che prendono a modello le opere del santo iconografo russo Andrej Rublev come avviene tradizionalmente, con la verifica e l’ispirazione costante del suo Maestro d’Arte Alessandro Benassai. Sempre dal 1989 ad oggi insegna l’arte dell’icona.
Le sue icone si trovano in diverse chiese di Trieste, (Zindis, Aquilinia, Santi Ermacora e Fortunato, Beatitudini, Chiesa di Santa Caterina, Chiesa di San Luca, Santi Andrea e Rita…), a Latina alla Chiesa di S. Francesco, Centro di Studi Biblici di Montefano, presso l’I.T.I.S. a Trieste, ed in luoghi pubblici e privati nei cinque continenti: in America (Denver, New York), Alaska, Australia, Belgio, Croazia, Etiopia, Francia, Germania, Grecia, Emirati, Hong Kong, Inghilterra, Italia, Macedonia, Kenia, Russia, Singapore, Slovenia, Svizzera.
Attualmente, oltre a prestigiose mostre collettive (Salon des Indépendents, Parigi; Biennale d’Arte Giuliana; Mostra del Paesaggio; Pisa, Chiesa di San Domenico; V Biennale d’Arte sacra, Muggia; esposizioni Fidapa), conta al suo attivo più di cinquanta mostre personali, tra cui: Firenze, e Spoleto, 1989; Tk Galerija, 2000; Rocamadour, Francia, 2003-2004; Lucca, Casermetta s. Donato, 2004; Galleria Rettori Tribbio 2: 2005; 2008; Castello di Duino, 2008; Manzano, Foledor, 2009; Genova, 2009; Udine, Galleria La rinascita, 2010; Galleria Spazio Juliet, TS, 2011; Sala Comunale d’Arte, Trieste, p.zza Unità: 2006; 2015; Massa e Carrara, 2017.
Nel 2003 scrive un catalogo trilingue con scritti esplicativi dell’autrice sulle sue opere dal titolo: “Icona, arte della Bellezza”.
Nel 2009 pubblica “Sofia! Sapienza, Saggezza, Scienza, Intelligenza”: testo ed immagini di Carolina Franza.
Scrive nel 2012 “Storia artistica di una pittrice”, inedito su richiesta.

Alessandro Pellican / 2-15 giugno

e

INAUGURAZIONE SABATO 2 GIUGNO ORE 18
Intervento critico di Marco Puntin

“La mostra, in parte, riprende da Magma Story del 2015 il tema dei ritratti. Che, ripetuti nel soggetto, costituiscono – per taglio e concezione estetica – il pretesto in immagine di un ideale smentito dai fatti: quello per il quale la fotografia non potrà essere mai un’arte pura e senza concessioni. Quale forse, ma senza fondamento, ho talvolta immaginato possibile. Fin dagli albori la fotografia è stata oggetto di una smentita intrinseca: quella di rappresentare la realtà. Perfino la fotografia che mette in stato di accusa il mondo (vedi la sua necessità nel caso dei manicomi e del lavoro infantile) risponde ad un’attenta preoccupazione estetica. Del resto nessun fotografo importante è riuscito, che io sappia, ad affrancarsi dal proprio stile. Il mio lavoro, pertanto, non intende fin da subito (sarebbe battaglia persa in partenza) produrre bellezza né estrarre verità. La prima per incapacità personale, la seconda per implicita natura in ogni apparire. Lo scopo, sia per i ritratti che per gli altri soggetti, è di evocare l’intensità. Questo sì, a mio vedere, sempre possibile: specie per quanto sta al volto umano. Quanto al titolo della mostra, “Rivoglio indietro il mio sguardo”, esso allude allo scatto fotografico come ad uno sguardo che una volta lanciato vada a perdersi all’infinito. L’immagine fotografica che illude il fotografo di appartenergli.”
A. P.

L i g

Alessandro Pellican ha esposto nel 2010 alla galleria LipanjePuntin Artecontemporanea di Trieste in occasione della mostra “Passion is the Difference Part III” e presso la stessa nel 2011 fra gli “artisti per una cultura r-esistente”. Poi, nel 2013 in Istria, a Cittanova, insieme ad altri amici fotografi, per i festeggiamenti a seguito dell’entrata ufficiale della Croazia nell’Unione Europea. Nel 2015 un’ampia rassegna dei suoi scatti (Magma Story), suddivisa in tre sezioni e curata da Marianna Accerboni, ha occupato gli spazi suggestivi della Kleine Berlin. Attualmente Alessandro Pellican partecipa delle iniziative promosse dall’Alidem – L’arte della Fotografia (Milano) con una serie di ritratti in bianco e nero dal caratteristico taglio drammatico-surreale.
Misto e bn 065 h