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Tecnologia e tradizione pittorica
di FABIO FAVRETTO
INAUGURAZIONE SABATO 5 DICEMBRE ALLE ORE 18
Perché non spostarsi, una volta tanto, dalla parte dell’osservatore e chiedersi quale sia il segreto motivo perché ogni opera di Dot riesce così tanto a coinvolgere ed affascinare? Ormai è assodato che tale emozione non ha più solo riferimento nell’armonia del bello, nella accattivante combinazione dei colori, nella fantastica non dimensionalità del rappresentato e, neanche, nella affascinante ambiguità di una realtà impossibile per quel costante inganno percettivo e gestaltico che l’artista governa a suo piacimento. La più recente produzione di Fulvio Dot supera tutto questo, come se il procedimento logico che aveva guidato l’artista nel suo lungo percorso, si stesse allontanando dopo aver profondamente calcato di sé l’anima creativa. La sperimentazione di materiali, la ricerca di strutturazioni in ogni singola opera con costante entusiasmo e volontà innovativa sono stati momenti costruttivi sviluppatisi in maniere diverse nel tempo: un processo di crescente complessità che è diventato ricerca stessa del limite. Si veda, ad esempio, il periodo attuale caratterizzato dal riuscito tentativo di dare matericità alla carta e fare di questo supporto un alter complementare alla tela, se non passaggio propedeutico alla stessa. Ma, ormai, Dot ha talmente interiorizzato i suoi soggetti, le varianti descrittive, le funzioni cromatiche e semiotiche di quanto forma una sua opera, da potersi portare verso linguaggi innovativi molto raffinati e quasi violentemente descrittivi di uno stato d’animo collettivo che si riconosce nell’oppressione nera del catrame, nel rosso colante, nelle bronzee concrezioni terrestri di un pianeta sconvolto, dilacerato, svuotato dalla poesia retorica della realtà, rimesso alla sua totale selvaggia natura. Dot vola, e forse questo è quanto affascina l’osservatore: l’essere rapito in una sorta di biga alata platoniana per contemplare ragione ed irrazionalità, uscendo dal contatto con l’immanenza, assaporando la trascendenza. Così le forte tensioni che soggetto e colori trasferiscono alla vista, poi, si stemperano. È come si fosse data a Dot una delega, richiedendogli di farci da auriga per condurci alle rarefatte arie di una arte che sempre più si connota come linguaggio universale descrittivo delle nostre inquietudini contemporanee e del superamento dell’accettazione incondizionata della realtà o, perlomeno, di una sua interpretazione limitata alla sola ottica umana. Il codice iconico di Fulvio Dot è rappresentazione delle non certezze del nostro tempo, delle dissoluzioni dei riferimenti, di una inquietante carenza di sicurezze ed ipotesi garantite per il futuro che non solo il corso degli eventi, ma gli estremi stessi di una scienza costantemente diveniente ci consegnano
BIOGRAFIA Fulvio Dot è nato a Monfalcone (Go) il 20 dicembre 1956. Ha conseguito il diploma di maestro d’arte in decorazione pittorica presso l’istituto statale d’Arte ”Max Fabiani” di Gorizia. Ha completato il corso di laurea in architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Inizia ad esporre nel 1976, riscuotendo immediatamente numerosi consensi dalla critica specialistica e dal pubblico. Numerosi ed importanti sono i premi ed i riconoscimenti ottenuti nella sua ormai ultraventennale esperienza. Sue opere si trovano in permanenza presso enti pubblici e collezioni private, sia in Italia che all’estero. La sua tecnica parte da un inizio grafico molto accurato, elegante e realistico per evolversi in tele solo all’apparenza figurative, polimateriche, frutto di continue sue personali ricerche, dove il reale è solo lo spunto per sue interpretazioni, mai banali, dove a dominare è l’equilibrio di forme e tinte ottimamente equilibrate che si fondono integralmente con l’inserimento di malte, sabbie, cartoni e garze, fino a raggiungere tratti informali, perfettamente amalgamati al reale. Negli ultimi anni ha esposto in mostre personali a Verona, Genova, Parma, Milano, Bolzano ed Avellino ed è stato presente alle fiere d’Arte di Reggio Emilia, Bologna e Padova.
Per un’azienda di Verona ha creato una linea di design per complementi d’arredo che comprendono vasi, tappeti, specchiere, portafoto ed altro denominata ”Easy by Fulvio Dot” e presentata alle fiere specialistiche di Francoforte, Valencia, Parigi e Milano.