Inaugurazione sabato 1 febbraio 2025 alle ore 18, con un intervento critico di Gabriella Dipietro
Nel prato
Andare oltre, verso paesaggi sconosciuti dove tutto sembra infinito. Non c’è stanchezza, non c’è timore, solo dolci colline arrotondate dal tempo, cieli accattivanti e sereni, acque pacifiche a volte giocosamente capricciose, vellutati prati fioriti. Definire solo “artista” Liberia Gracco è riduttivo: viaggiatrice per passione, fotografa, pittrice e scultrice, scrittrice dell’anima. Di origine triestina è fondamentalmente autodidatta. Il suo mondo creativo prende spunto dalla realtà che ricostruisce con soffici tocchi in punta di pennello per realizzare spazi personali, percezioni sospese di morbidi volumi in composizioni sempre equilibrate e armoniose. È facile innamorarsi dei suoi dipinti, immersi in una sorta di piacevole catarsi che ti proietta dentro il quadro al primo sguardo, pronto a scoprire, accarezzare, annusare, godere di un privilegio insperato che ti libera improvvisamente della quotidianità invitandoti a seguire percorsi quieti e riparati… ascoltando il “respiro del mondo”. Ha al suo attivo numerose mostre collettive. Del 2019 è la sua personale Orizzonti a Napoli; nel febbraio 2020 allestisce Orizzonti presso la Galleria Rettori Tribbio di Trieste, dove presenta, inoltre, il suo libro di poesie Segni di Sabbia. Il suo lavoro è storicizzato sul Catalogo dell’Arte Moderna Italiana (CAM) n. 57 e n. 58, Editoriale Giorgio Mondadori. Gabriella Dipietro
Inaugurazione sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18. Mostra collettiva di pittura, scultura e grafica con opere realizzate tra gli altri da Tristano Alberti, Vittorio Bergagna, Giovanni Blandino, Aldo Bressanutti, Gianni Brumatti, Ugo Carà, Giorgio Celiberti, Mariano Cerne, John Corbidge, Tullio Crali, Darko, Oreste Dequel, Edoardo Devetta, Giovanni Duiz, Leonor Fini, Felicita Frai, Renato Guttuso, Mario Lannes, Piero Lucano, Marcello Mascherini, Vito Melotto, Tiziano Perizi, Ireneo Ravalico, Livio Rosignano, Tullio Silvestri, Marino Sormani, Luigi Spacal, Nicola Sponza, Dyalma Stultus, Giovanni Zangrando, Zhou Zhiwei.
Nicola Sponza – Canale di GradoVito Melotto – Vaso di fioriJohn CorbidgeLivio Rosignano – Caffè San MarcoTullio Silvestri – MercatoGiovanni Duiz – barche all’ormeggioDyalma Stultus – Il Mercato a MarinoMario Lannes – In posaMariano Cerne – RagazzaGianni Brumatti – Strada di paeseLivio Rosignano – Bora in piazza della BorsaFred Pittino – Vaso di fiori
Inaugurazione martedì 7 gennaio 2025 alle ore 18, con l’introduzione critica di Marianna Accerboni
Uomo in bicicletta
La mostra, promossa dal nipote Paolo Rosignano e da me curata, rappresenta un omaggio all’artista nel centenario della nascita, avvenuta il 20 novembre 1924. Configurata come una sorta di essenziale antologica, propone un’esaustiva selezione, dagli anni Cinquanta al secondo decennio degli anni Duemila, della poliedrica e sensibile creatività del pittore, che espose in sedi d’eccellenza in tutto il mondo e fu anche colto critico d’arte, scrittore e poeta. In mostra una serie di tematiche molto vicine alla natura e al tema sociale, spesso presenti nell’artista: il paesaggio carsico e il vento, quello urbano con le sue a volte squallide ma anche romantiche periferie, le marine e le campagne con le reminiscenze dell’amata Istria, mai dimenticata; i “poveri cristi” (come lui chiamava i protagonisti di un’esistenza disperata), narrati attraverso un espressionismo non lontano dall’intensità estrema di Bacon e di Sutherland, e la solitudine; il quotidiano, la fabbrica, l’amore e il rapporto di coppia, gli amici artisti, le “belle di notte” e la bohème triestina e i meravigliosi voli pindarici dell’artista, che sapeva anche astrarsi dalla realtà per scivolare in un mondo simbolico e onirico intriso di un poetico, personale sentire. Come accade per esempio nel dipinto intitolato “L’uomo è prigioniero”, in cui Rosignano si autorappresenta nel suo studio avvolto metaforicamente in un volo di bianche colombe… Autore di più di 3.500 dipinti a olio, declinati inizialmente attraverso un linguaggio d’ispirazione fauve e, successivamente al soggiorno milanese, più soffusi grazie al contatto con il Chiarismo lombardo, e di oltre 17.000 disegni e illustrazioni a penna, matita, carboncino, biro, inchiostro e tecnica mista dal segno molto incisivo, il pittore produsse anche numerose acqueforti, presenti in mostra: un percorso cui si appassionò molto grazie all’amicizia con Carlo Sbisà, fondatore della storica scuola triestina dedicata a tale tecnica incisoria. Marianna Accerboni
Paese del Carso
Livio Rosignano Istriano di origine (Pinguente, 1924 – Trieste, 2015), sempre vissuto a Trieste, ha iniziato ad esporre nel 1949. Ha partecipato a numerosissime mostre in Italia ed all’estero. Dalla Biennale di Milano alla Quadriennale di Roma, dal premio Michetti al Suzzara, dal Marzotto alla mostra del Po, alla Triveneta di Padova. Sue personali a Milano, Venezia, Genova, Bergamo, Bologna, Forlì, all’Istituto di cultura di Bruxelles, a Bucarest, a Monaco di Baviera, a New York, in Austria ed in Jugoslavia. Naturalmente innumerevoli le mostre a Trieste e in regione; antologiche a Gorizia (1971), a Trieste (1978), a Udine (1976-1979-1998), al Civico Museo Revoltella di Trieste (1995-2009) e al Palazzo della Regione (2010). Nel 2011 personale sulla ”Barcolana” alla Galleria Comunale d’Arte Negrisin di Muggia. Ha avuto ottimi riconoscimenti ed è stato premiato in varie mostre nazionali e segnalato per il Premio Bolaffi nel 1974. Ha avuto dal Comune di Trieste il Sigillo Trecentesco nel 1994. Ha collaborato come scrittore alla terza pagina del ”Piccolo”e ha pubblicato numerosi libri.
Interno
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