Nora Carella / 5 – 17 dicembre 2010



La magia dei vetri e delle trasparenze
di MARIANNA ACCERBONI

INAUGURAZIONE DOMENICA 5 DICEMBRE ALLE ORE 11

Una sezione della mostra è dedicata alle nature morte di vetri e di fiori, un’altra al paesaggio d’acqua, in prevalenza ispirati alle vedute lagunari e di Venezia, che l’artista dipinge spesso a memoria, usando, a volte, soltanto le dita. E cogliendone con tratto magistrale le trasparenze e, come nei ritratti, la luce. Il magico scintillare di quest’ultima attraverso l’acqua della laguna e quella racchiusa entro eleganti forme di cristallo rappresenta infatti da alcuni anni la nuova maniera di Nora Carella. Che, come ogni vero artista, è capace di rinnovare il proprio linguaggio e, in questo caso, di reinterpretare attraverso un segno luministico anche i colori e i temi di un raffinato quotidiano. L’artista sa racchiudere nel suo pennello, in modo del tutto personale, la grazia e il lirico sentire di De Pisis e il silenzio della pittura morandiana, arricchendo per altro spesso tali parametri di una veemenza fauve, che fa da contrappunto, come in un diagramma musicale, a momenti di delicato lirismo. Attraverso un lessico del tutto contemporaneo la Carella ripropone quella valenza luministica che, nel corso dei secoli, è stata l’arma vincente della grande pittura italiana ed europea, dimostrandosi una delle poche artiste capaci di imprimere nelle proprie opere un segno di luce, che è stata elemento fondamentale nella pittura di ogni tempo.
Basti ricordare le adamantine trasparenze di Vermeer, iperrealista ante litteram e artista molto amato dall’autrice; nonché i virtuosismi luministici della Scuola veneta e la pittura en plein air degli impressionisti, che in tal modo coglievano dal vivo gli aspetti più magici e intensi del paesaggio. Per arrivare alle avanguardie del primo Novecento, da Picasso a Braque, all’Orfismo di Robert Delaunay, i quali, dalla frantumazione delle forme e dei volumi, facevano scaturire la valenza della luce e del colore.
Mediante il sogno dei vetri e dei fiori e le trasparenti vedute della laguna veneta, la Carella si palesa dunque come una tra le poche artiste capaci di trasfigurare l’oggetto e il tema dei suoi quadri in un pensiero di luce, offrendoci in tal modo un orizzonte pittorico di valenza speciale, intriso di poesia e di grande qualità.

BIOGRAFIA Formatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, attiva a Roma e a Trieste, Nora Carella è nota in Italia e all’estero per i luminosi ritratti di gusto postimpressionista in cui ha effigiato insigni personaggi del mondo artistico e culturale, della politica e della diplomazia, tra cui Farah Diba, l’ex presidente americano Jimmy Carter, Giulio Andreotti, vari sindaci di Trieste e presidenti del Lloyd Triestino.
E l’abilità nel ritrarre i personaggi, penetrandone a fondo la personalità attraverso la magia dello sguardo, ha portato l’artista a una notorietà che ha superato i confini italiani.
Ha esposto con successo in tutto il mondo, da Madrid a New York, a Casablanca. Molti dei suoi lavori si trovano in collezioni pubbliche quali l’Accademia Burckhardt, le Ambasciate di Persia e di Bulgaria a Roma, la Pinacoteca di Montecassino e, a Trieste, presso il Palazzo della Prefettura, il Lloyd Triestino, il Municipio, il Museo Revoltella, la Biblioteca Statale, il Palazzo Gopcevich e l’Archivio di Stato.
Recentemente ha esposto a Roma nelle sale di Castel Sant’Angelo e a Milano alla Galleria Ars Italica, presentata dal noto critico Rossana Bossaglia, che ha definito con entusiasmo la sua pittura personalissima. A Milano inoltre sue opere si trovano presso la Galleria No Vacancy.

Sergio Budicin / 20 novembre – 3 dicembre



I miei animali
di MARIANNA ACCERBONI

INAUGURAZIONE SABATO 20 NOVEMBRE ALLE ORE 18

In un momento storico in cui il panorama internazionale dell’arte contemporanea registra un ritorno di sensibilità verso il figurativo, espresso dagli artisti in vari ambiti e secondo diverse inclinazioni, risulta certamente interessante questa personale del pittore triestino Sergio Budicin, che vi presenta il lavoro degli ultimi due lustri. Con grande professionalità e mestiere l’artista narra da decenni in particolare il mondo animale, offrendo anche una fedele, ma interpretativa, testimonianza dell’ambiente in cui tigri, leoni, bisonti, elefanti, linci, leopardi delle nevi, cavalli, aironi o più tranquilli mici abitano: un’attività, nata dalla passione per gli animali unita a quella per la pittura, che lo ha visto dapprima attivo come illustratore di animali domestici e poi anche di quelli selvaggi ed esotici e per la quale il pittore è molto noto e apprezzato all’estero, particolarmente in Germania, paese in cui da quasi quarant’anni le sue opere sono molto ricercate dai collezionisti del genere, tanto che in suo onore all’estero sono state allestite prestigiose esposizioni.
Tutto ciò nasce a Trieste, in un’ampio e luminoso atelier ai piedi del colle di Opicina, dove, come a suo tempo fece Emilio Salgari raccontandoci le favolose Indie, Budicin ricrea le selvagge atmosfere africane e tropicali, in cui, mentre osservi la pantera nebulosa che attacca il pavone o la tigre il bufalo, intuisci l’umida brezza nella folta vegetazione. Ma v’incontri anche l’emozione dei freddi boschi e delle montagne europee, dove si aggirano minaccioso e guardingo il lupo, nobile l’aquila e, fiero ed elegante, il cervo: un lavoro condotto a olio su tela e su tavola, partendo da un disegno schematico a matita e a china, poi perfezionato con certosina pazienza, grande abilità e notevolissimo intuito da un artista intelligente e modesto, dal temperamento piuttosto riservato.
Formatosi, giovanissimo, alla scuola di Walter Falzari, maestro d’inclinazione verista, Budicin ne ha accolto morbidamente la lezione, alleggerendola e impreziosendola a tratti con il sogno e il magico fascino del romanzo d’avventura e di viaggi, di cui i suoi lavori rappresentano la trasposizione pittorica, fortemente sorretta anche dalla capacità di centrare la dimensione psicologica di ciascun animale.
In modo poetico e luminoso il pittore affronta altresì con naturale maestria il nudo e il ritratto, di cui tiene anche scuola e che, con la natura morta e il paesaggio, hanno rappresentato il primo campo della sua indagine artistica.

BIOGRAFIA Sergio Budicin è nato a Trieste nel 1939, ha studiato con il maestro Walter Falzari, erede della grande tradizione che ha coniugato l’arte veneziana con quella austriaca e tedesca durante il diciannovesimo e ventesimo secolo. Dopo aver approfondito gli aspetti tecnici specialmente nella figura e nel ritratto, ha svolto a lungo l’attività di illustratore di libri sulla natura e sugli animali. Nel 1970 è stato negli Stati Uniti d’America dal pittore Lajos Markos i cui insegnamenti gli hanno permesso di ampliare le sue possibilità tecniche attraverso i suoi preziosi consigli.
L’osservazione della natura, inoltre, e degli animali nei loro habitat, lo hanno portato in varie zone d’Europa, d’America e d’Africa. Dopo la prima mostra personale a Trieste nel 1975, ha esposto in numerose gallerie, ma soprattutto in Germania. Nel 1992 l’Akademie für Tierschutz di Monaco di Baviera lo ha premiato con il Goldenen Elefanten, un riconoscimento per il suo contributo alla diffusione della coscienza ecologista e del mondo degli animali. I suoi lavori si trovano in collezioni pubbliche e private di numerosi paesi del mondo.