9-19 gennaio 2024

Maestri d’arte: Stultus e Brumatti

Mostra delle opere dei pittori Dyalma Stultus e Gianni Brumatti

Dyalma Stultus – Vecchie mura
Gianni Brumatti – Vecchia stazione Pisino

Apertura martedì 9 gennaio 2024, alle ore 10.00.

La moglie di Dyalma Stultus, Norma Aquilani, scrisse di loro nel marzo del 2004: “Sono entrambi nati a Trieste nel 1901 e si sono frequentati sin dalla giovane età. Hanno conseguito ambedue studi artistici, Dyalma all’Accademia di Belle Arti a Venezia e Gianni all’Accademia del Circolo Artistico di Trieste. Pur apparentemente molto diversi, Gianni alto e bruno, Dyalma biondo e minuto, hanno in comune la grande passione per l’arte e l’amore per la famiglia. C’è inoltre un lato del carattere che li accomuna: una vena nostalgica che si manifesta palesemente nella corrispondenza tra loro intercorsa, dalla fine degli anni trenta in poi. Erano tempi difficili ed il ricordo passa volentieri ai tempi della giovinezza, quando assieme andavano per le campagne intorno a Trieste con tele e cavalletti per dipingere all’aperto e, malgrado la fatica, sempre con immutato entusiasmo. Dyalma e Gianni vantano entrambi critici illustri quali: Silvio Benco, Ugo Ojetti, Decio Gioseffi, Remigio Marini, Fulvio Apollonio, Giulio Montenero, Carlo Milic, e altri. Inoltre hanno partecipato alle maggiori rassegne nazionali ed internazionali: tra queste le Biennali di Venezia, le Quadriennali di Roma e di Torino, ed altre a carattere nazionale. Molto ancora si potrebbe dire di questi due artisti e grandi amici, ma sicuramente ciò che più li unisce è la fede nell’arte che non li ha mai abbandonati, malgrado le traversie ed i momenti critici della loro vita. Dopo la scomparsa di Dyalma, Gianni e la mia famiglia hanno mantenuto un’amichevole corrispondenza.”

Dyalma Stultus / 18-31 marzo

Apertura sabato 18 marzo alle ore 17.30, con la presenza  della figlia Selma e con la presentazione di Marina Petronio.

La sensibilità magica
La mostra del pittore Dyalma Stultus si collega a quella del museo Revoltella
presentata da Sgarbi e realizzata con le opere donate dalla famiglia Stultus al museo.

Dyalma Stultus - Autunno a Vezza d'Oglio - olio 65x55 - 1965

Dyalma Stultus – Autunno a Vezza d’Oglio – olio 65×55 – 1965

Dotato di talento innato e precoce, Dyalma Stultus iniziò la sua carriera giovanissimo: iscritto a diciassette anni all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vi si diplomò nel 1921 in “ornato e decorazione”, sotto la guida di Ettore Tito e Arturo Sézanne.
Già nel 1922 riuscì ad allestire a Ca’ Pesaro la sua prima mostra personale attirando attenzione ed elogi dai critici. Negli anni a seguire la sua fama si consolida con brillanti prospettive per il futuro, ma la morte del principe Alessandro di Torre e Tasso, suo ammiratore e mecenate, mettono una brusca fine a progetti di sviluppo e collaborazione. Dyalma Stultus fu comunque per il Castello di Duino, uno dei più importanti restauratori, come attesta la corrispondenza tra l’artista ed il principe.
A Firenze si trasferì nel 1941, stringendo amicizia con Felice Carena ed altri artisti italiani di spicco del Novecento; le sue scelte artistiche si svilupparono tuttavia indipendenti dalle tendenze e dalle mode del tempo.
Dedicò molti anni della sua vita all’insegnamento in istituti ed accademie d’arte, e numerose sono le sue opere conservate in collezioni pubbliche ed in raccolte private, dove possiamo ammirare splendidi ritratti.
Tante sono pure le sue opere, tra le quali ceramiche create in anni giovanili, purtroppo scomparse a causa di due guerre mondiali; tra esse si possono citare ad esempio, le scenografie dipinte per le feste che si svolgevano in casa Svevo.
Marina Petronio

Dyalma Stultus - Vele bianche - olio 50x65 - 1977

Dyalma Stultus – Vele bianche – olio 50×65 – 1977

Dyalma Stultus - Primavera sull'Arno - olio 75x65 - 1960

Dyalma Stultus – Primavera sull’Arno – olio 75×65 – 1960

Dyalma Stultus, figlio naturale di Erminia Stultus e Ralph Pacor, Dyalma Augusto Federico Stultus nasce a Trieste il 31 ottobre 1901. Grazie a una borsa di studio del Comune della “cara città natia” (dove ”quasi tutti conoscono le mie opere dalle vecchie alle più recenti”, scriverà nel 1948 in una “Piccola biografia” intitolata “Amore e passione per l’arte”, letta personalmente l’8 maggio dello stesso anno alla Società Artistica Letteraria di Trieste e integralmente pubblicata da Nicoletta Comar nella Bibliografia del 1993) a diciassette anni, lasciata la “poverissima casa”, può iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Qui, sotto la guida di Ettore Tito e Arturo Sèzanne, nel 1921 si diploma “in ornato e decorazione”.
Nel 1922 superate non poche difficoltà e diffidenze, riesce ad allestire a Cà Pesaro la prima mostra personale (”Nino Barbantini ed altri critici e artisti incoraggiarono questo mio lavoro con lodi e acquisti”).

Dyalma Stultus - Dancing - olio 55x45 - 1962

Dyalma Stultus – Dancing – olio 55×45 – 1962

Dyalma Stultus - Piccolo mercato - olio 45x55 - 1975

Dyalma Stultus – Piccolo mercato – olio 45×55 – 1975

Dyalma Stultus - Pensieri - olio 64x75 - 1974

Dyalma Stultus – Pensieri – olio 64×75 – 1974

A Trieste svolge la sua attività sino al 1941, anno in cui si trasferisce definitivamente a Firenze, città in cui è stato docente dal 1942 al 1943 presso l’Accademia di Belle Arti.
A Marino insegna all’Istituto Statale d’Arte dal 1956 al 1967 e all’Istituto Statale d’arte di Siena dal 1967 al 1971.
Dal 1971 al 1974 insegna nuovamente a Firenze presso il Liceo Artistico.
Dyalma Stultus ha allestito innumerevoli personali ed è stato invitato alle più importanti collettive nazionali ed internazionali. Significative sono le mostre omaggio allestite dopo la sua morte, avvenuta a Darfo di Brescia il 24 settembre 1977. Già dagli esordi, importanti critici su giornali e riviste gli hanno dedicato un ampia bibliografia. Sue opere sono conservate presso Musei, Enti pubblici e in collezioni private in Italia e all’estero.

Dyalma Stultus - Ragazze - olio 78x73 - 1975

Dyalma Stultus – Ragazze – olio 78×73 – 1975

Dyalma Stultus - Venditrice di aranci - olio 67x72 - 1973

Dyalma Stultus – Venditrice di aranci – olio 67×72 – 1973

Dyalma Stultus - Vicolo Farini - olio 55x45 - 1957

Dyalma Stultus – Vicolo Farini – olio 55×45 – 1957

Dyalma Stultus / 22 febbraio – 7 marzo

INAUGURAZIONE SABATO 22 FEBBRAIO, ALLE ORE 18.

Dyalma Stultus, Arno - Firenze

Dyalma Stultus / Arno – Firenze

Dyalma Stultus. Opere scelte di Marina Petronio
Ritorna con questa mostra nella sua città natale il pittore Dyalma Stultus (Trieste, 1901 – Darfo, 1977), artista eclettico ed intellettuale di grande interesse  per i legami culturali mantenuti nel corso del tempo con Trieste, in modo particolare, ma anche con triestini di successo attivi a Firenze nel secondo dopoguerra.
Dotato di talento innato e precoce, iniziò la sua carriera giovanissimo: iscritto a diciassette anni all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vi si diplomò nel 1921 in “ornato e decorazione”, sotto la guida di Ettore Tito e Arturo Sézanne.
Già nel 1922 riuscì ad allestire a Ca’ Pesaro la sua prima mostra personale attirando attenzione ed elogi dai critici. Negli anni a seguire la sua fama si consolida con brillanti prospettive per il futuro, ma la morte del principe Alessandro di Torre e Tasso, suo ammiratore e mecenate, mettono una brusca fine a progetti di sviluppo e collaborazione. Dyalma Stultus fu comunque per il Castello di Duino, uno dei più importanti restauratori, come attesta la corrispondenza tra l’artista ed il principe.
A Firenze si trasferì nel 1941, stringendo amicizia con Felice Carena ed altri artisti italiani di spicco del Novecento; le sue scelte artistiche si svilupparono tuttavia indipendenti dalle tendenze e dalle mode del tempo.
Dedicò molti anni della sua vita all’insegnamento in istituti ed accademie d’arte, e numerose sono le sue opere conservate in collezioni pubbliche ed in raccolte private, dove possiamo ammirare splendidi ritratti.
Tante sono pure le sue opere, tra le quali ceramiche create in anni giovanili, purtroppo scomparse a causa di due guerre mondiali; tra esse si possono citare ad esempio, le scenografie dipinte per le feste che si svolgevano in casa Svevo.
Un capitolo a parte ma indispensabile per comprendere la personalità di Stultus, è costituito dal vastissimo corpus epistolare, destinato interamente per volontà della famiglia Stultus, all’Archivio di Stato di Trieste.
Dalla lettura delle lettere emerge un mondo di cultura che spazia dall’arte alla letteratura, al teatro, patrimonio degno di essere ricordato e valorizzato anche perché le testimonianze ivi contenute fanno riferimento a personalità profondamente legate alla cultura triestina, come Svevo, Joyce, Stuparich ed altri.
L’acquisizione dell’archivio Stultus costituisce quindi per Trieste un’importante contributo non solo per la storia dell’arte del Novecento, ma anche per la conoscenza culturale della città stessa.
Ha opportunamente osservato a proposito di Dyalma Stultus, in una sua nota critica Ugo Barlozzetti: “… La forza della civiltà triestina, la civiltà di una generazione non adeguatamente fortunata, comunque quella, tanto per citare qualche grande intellettuale, di Strehler o di de Banfield, non mi pare ancora adeguatamente studiata, anzi scoperta.”

Dyalma Stultus / Capri, terra dei sogni

Dyalma Stultus / Capri, terra dei sogni