INAUGURAZIONE SABATO 18 OTTOBRE ALLE ORE 18
Nel corso del vernissage verrà presentata un’anticipazione di Troppo Triestini di Pascutto & Polojaz, con Fabrizio Polojaz, Helena Pertot, Paolo Tanze, Mauro Cenci e con la partecipazione straordinaria di Maxino.
Era Trieste di Paolo Pascutto
Era Trieste è un piccolo viaggio nel passato di una città, un luogo esotico e affascinante che ho potuto esplorare solo attraverso reperti fotografici e ricordi di chi è stato là.
L’idea iniziale era un omaggio alla Trieste degli anni Cinquanta e Sessanta, due decenni di cui non serbo esperienza alcuna, essendo nato nel 1967. Ben presto il progetto però ha preso una strana piega. Ho cominciato a immaginare una città alternativa, un po’ diversa, una città in cui la storia ha preso direzioni inaspettate. è nata così questa miscela di Hollywood e vecchia Jugoslavia, un colorato improbabile scontro di culture inconciliabili, fatto di pubblicità invasive o impossibili, auto scintillanti, dirigibili, treni, aerei e palazzi svettanti. Il maresciallo Tito, jugo-icona pop per eccellenza, pubblicizza la Coca-Cola in Largo Barriera, mentre storici marchi della ex repubblica federativa si confondono tra gli invadenti neon della réclame dell’epoca.
Era Trieste, poco a poco, è diventato la summa di molte mie passioni. Si va dall’interesse per la storia recente al fascino per la narrativa di fantascienza, dall’amore per il cinema al gusto per il design retrò di automobili, piroscafi e aerei. Il risultato è un racconto stravagante e – a tratti – provocatorio, di una città dalla storia unica e complessa.
Alla fine mi sono reso conto che questo racconto non è poi tanto diverso dalle innumerevoli narrazioni che le diverse anime della città si tramandano da anni, storie piene di miti, mistificazioni e rimozioni. Perciò – paradossalmente – questa mia Trieste fantastica può pretendere lo stesso diritto di esistere delle altre visioni, può stare accanto a quella
asburgico-nostalgica, nazionalista, indipendentista, slovena…
Dunque questo progetto può diventare pure un’occasione per ragionare su tutte le storie diverse (e spesso contradditorie) di Trieste, con un invito a trovare una narrazione condivisa, pacificatrice, limpida del recente passato cittadino, che faccia piazza pulita dall’uso propagandistico e deformato della storia.