Pascutto + Picca / 16 – 29 ottobre

Apertura sabato 16 ottobre 2021 dalle ore 18.
In questa doppia personale, i cieli delle tele dialogano in un continuo scambio di giochi surreali e atmosfere sospese. Lo spazio solitamente relegato al fondo dei quadri in questo progetto diventa protagonista, una sorta di via di fuga dal mondo impazzito e claustrofobico degli ultimi due anni. Affini per stile e genere, i due pittori hanno sviluppato in modo personale il tema della mostra, creando una serie di opere originali e sorprendenti.

Paolo Pascutto, Balcone panoramico (2021)

Paolo Pascutto, Balcone panoramico (2021)

Paolo Pascutto (Aurisina, 1967), pittore, illustratore e graphic designer, espone da una trentina d’anni. Negli ultimi anni si è occupato di musica, pubblicando con lo pseudonimo musicaletrica un album di canzoni originali interpretate da vari artisti e ha portato in scena con Flavio Furian e Maxino lo spettacolo Troppo Triestini. Fa parte del collettivo satirico Vile&Vampi. Vive e lavora a Trieste con una moglie molto paziente e quattro gatti piuttosto contemplativi

Paolo Pascutto, Giornata storta

Paolo Pascutto, Giornata storta (2021)

Arturo Picca, Pietra e nuvola (2021)

Arturo Picca, Pietra e nuvola (2021)

Arturo Picca (Napoli 1962) da bambino è un appassionato disegnatore di cavalli e così decide che da grande quello sarà il suo lavoro.
Negli anni 80 comincia a pubblicare fumetti di cui scrive anche i testi. Dopo aver concluso gli studi umanistici, si specializza in modellazione 3D e collabora come illustratore con le principali case editrici nazionali.
Dal 2000 viene coinvolto nell’ambiente artistico e poco dopo si trasferisce sulle colline friulane tra cervi e salamandre.

Arturo Picca, Nuvola solitaria (2021)

Arturo Picca, Nuvola solitaria (2021)

 

Paolo Pascutto / 17 – 30 novembre

Paolo Pascutto, Come atlantide, pittura digitale (2018)

Paolo Pascutto, Come atlantide, pittura digitale (2018)

INAUGURAZIONE SABATO 17 NOVEMBRE ALLE ORE 18.

In occasione del vernissage verrano eseguiti dal vivo alcuni estratti dall’album Atlas of the Lost Islands con la partecipazione di Maxino, Elisa Bombacigno e Barbara Stefani.

Atlante delle isole perdute – Luoghi Ricordi Visioni

Atlante delle isole perdute
è un progetto ambizioso 
che miscela pittura, grafica, musica e teatro. Si articola in 
una mostra di pittura e stampe digitali, un album con 13 brani originali (Atlas of the Lost Islands) e uno spettacolo teatrale (Ti ricordi Atlantide?) programmato per il 30 marzo 2019 al Teatro San Giovanni di Trieste.
Al centro di questo lavoro c’è un viaggio nella memoria, 
un atlante di territori lontani nel tempo, in cui realtà e fantasia si confondono, i ricordi si mescolano ai sogni e delle lucide istantanee sfumano dolcemente in visioni oniriche. Luoghi reali (soprattutto di Aurisina e dintorni) convivono con quelli immaginari, la quotidianità degli anni Settanta e Ottanta si contamina con la fantascienza: i ricordi dell’austerity del 1973 vivono accanto alla mania coeva degli UFO, tranquilli scorci dell’infanzia si alternano a silenti città sommerse, mentre lo spettro di Chernobyl si aggira tra bucolici picnic sul Carso. Tutto questo mondo si è concretizzato in una serie di tele che affiancano una dozzina di stampe digitali fine art direttamente collegate alle canzoni dell’album.
I quadri dipinti appositamente per questo progetto, affiancati da alcuni lavori del recente passato, ampliano e completano i temi affrontati nel disco, costruendo insieme un piccolo atlante di luoghi, ricordi e visioni, un arcipelago di isole perdute nel mare della memoria.
Dopo degli sporadici esperimenti musicali nel passato in alcune performance (Distrazioni Urbane, Spaesato Carso), la musica e la pittura trovano in questo progetto uno spazio di contaminazione più ampio e articolato.
Paolo Pascutto

Paolo Pascutto, L'estate in cui ho imparato a volare, acrilico su tela (2017)

Paolo Pascutto, L’estate in cui ho imparato a volare, acrilico su tela (2017)

Paolo Pascutto, Atlante delle isole perdute, pittura digitale (2018)

Paolo Pascutto, Atlante delle isole perdute, pittura digitale (2018)

Paolo Pascutto, Città nel vento, pittura digitale (2018)

Paolo Pascutto, Città nel vento, pittura digitale (2018)

Paolo Pascutto / 18-31 ottobre

INAUGURAZIONE SABATO 18 OTTOBRE ALLE ORE 18

Piroscafo della sera, 2012, tempera acrilica su tela (50x70 cm)

Piroscafo della sera, 2012, tempera acrilica su tela (50×70 cm)

Nel corso del vernissage verrà presentata un’anticipazione di Troppo Triestini di Pascutto & Polojaz, con Fabrizio Polojaz, Helena Pertot, Paolo Tanze, Mauro Cenci e con la partecipazione straordinaria di Maxino.

Era Trieste di Paolo Pascutto

Era Trieste è un piccolo viaggio nel passato di una città, un luogo esotico e affascinante che ho potuto esplorare solo attraverso reperti fotografici e ricordi di chi è stato là.
L’idea iniziale era un omaggio alla Trieste degli anni Cinquanta e Sessanta, due decenni di cui non serbo esperienza alcuna, essendo nato nel 1967. Ben presto il progetto però ha preso una strana piega. Ho cominciato a immaginare una città alternativa, un po’ diversa, una città in cui la storia ha preso direzioni inaspettate. è nata così questa miscela di Hollywood e vecchia Jugoslavia, un colorato improbabile scontro di culture inconciliabili, fatto di pubblicità invasive o impossibili, auto scintillanti, dirigibili, treni, aerei e palazzi svettanti. Il maresciallo Tito, jugo-icona pop per eccellenza, pubblicizza la Coca-Cola in Largo Barriera, mentre storici marchi della ex repubblica federativa si confondono tra gli invadenti neon della réclame dell’epoca.
Era Trieste, poco a poco, è diventato la summa di molte mie passioni. Si va dall’interesse per la storia recente al fascino per la narrativa di fantascienza, dall’amore per il cinema al gusto per il design retrò di automobili, piroscafi e aerei. Il risultato è un racconto stravagante e – a tratti – provocatorio, di una città dalla storia unica e complessa.

Stazione San Giusto, 2012, tempera acrilica su tela (120x100 cm)

Stazione San Giusto, 2012, tempera acrilica su tela (120×100 cm)

Alla fine mi sono reso conto che questo racconto non è poi tanto diverso dalle innumerevoli narrazioni che le diverse anime della città si tramandano da anni, storie piene di miti, mistificazioni e rimozioni. Perciò – paradossalmente – questa mia Trieste fantastica può pretendere lo stesso diritto di esistere delle altre visioni, può stare accanto a quella
asburgico-nostalgica, nazionalista, indipendentista, slovena…
Dunque questo progetto può diventare pure un’occasione per ragionare su tutte le storie diverse (e spesso contradditorie) di Trieste, con un invito a trovare una narrazione condivisa, pacificatrice, limpida del recente passato cittadino, che faccia piazza pulita dall’uso propagandistico e deformato della storia.

Coca Cola je to, 2013, tempera acrilica su tela (50x70 cm)

Coca Cola je to, 2013, tempera acrilica su tela (50×70 cm)