Fulvio Dot / 11-24 marzo

INAUGURAZIONE SABATO 11 MARZO ALLE ORE 18

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Distopia n.°2 (cm 100×120)

Distopìa s. f. [comp. di dis-2 e (u)topia].
Previsione, descrizione o rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi (equivale quindi a utopia negativa).
(da: Treccani, vocabolario della lingua italiana)

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Postcard 007 (cm100x120)

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Una ferita su palazzo Bernardo (cm 120×100)

Fulvio Dot è nato a Monfalcone (Go) nel 1956. Diplomato all’istituto Statale d’Arte di Gorizia, successivamente completa il corso di laurea in architettura a Venezia. Inizia ad esporre nel 1976 da allora espone in importanti città italiane ed estere. Per un’azienda di Verona ha creato una linea per complementi d’arredo denominata “Easy by Fulvio Dot” e
presentata nelle fiere specialistiche europee. Caratteristica del suo lavoro è la peculiarità con cui viene trattato il supporto sul quale sviluppa il tema dell’opera: applicazioni di materiali come stoffe, ferri, catrame e stucchi. Negli ultimi anni il suo lavoro si realizza su zaini e teli militari lasciando in evidenza cinghie e ganci per uscire dalla bidimensionalità del quadro.

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Stato d’animo (cm 110×60)

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Distopia mediorientale – Sirte (cm 50×60)

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Venexian code (cm 100×100)

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Fulvio Dot / 3 – 16 ottobre

INAUGURAZIONE SABATO 3 OTTOBRE ALLE ORE 18

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Le catene del tempo, 2014

Reloaded di Ilaria Dot

Ricaricato, riavviato: si traduce così Reloaded, il termine scelto da Fulvio Dot per dare titolo a questa sua nuova personale. Un vocabolo internazionale che, evocando in modo quasi inconscio il rinnovamento e la tecnologia, ben si presta ad inglobarne la più recente produzione. Ricarichi una pagina web per visualizzarne le modifiche, proprio come Dot “ricarica” i suoi paesaggi per reinterpretarli in chiave sempre nuova. Non è il soggetto delle opere a mutare, ma piuttosto il modo in cui questo viene realizzato: con un diverso apporto di simboli e materia, un cambio nei supporti ed un’evoluzione costante nelle tecniche decorative.
Reloaded è l’ultimo approdo di una ricerca artistica in perenne divenire. Le principali protagoniste sono ancora quelle vedute di Venezia che ne hanno caratterizzato la produzione passata, ma che ora ritornano – rivisitate – alla ribalta come filo conduttore di una duplice sperimentazione. Da una parte c’è il supporto: non più una semplice tela, ma una sovrapposizione di tele, catramate fino a renderle rigide, strappate e, a volte, ricucite. Oppure teli militari, con ganci e fibbie che escono dal quadro per dotarlo di inedite tridimensionalità. Dall’altra parte, il soggetto: una città in bilico tra ieri e domani; tra i simboli di una quotidianità contemporanea e le vesti immutevoli di un passato glorioso. Le vedute del Canal Grande e di altri luoghi emblematici di Venezia appaiono, di fatto, reinterpretate alla luce dell’esperienza e della cifra stilistica di Dot. L’alfabeto della nostra cosiddetta “era 2.0”, fatto di social network, cancelletti e codici a barre, le solca nei giochi di decorazione materica a cui l’artista ci ha ormai abituati. Il pittore monfalconese gioca con i riflessi di acque invisibili ma presenti, riuscendo nella non facile impresa di catturare l’essenza del luogo su di una sottile linea di confine tra il figurativo e l’informale. Prospettive impossibili, sovrapposizione di supporti, e dettagli decorativi sono i tasselli che – come tanti micromondi astratti in cui siamo invitati a perderci – compongono paesaggi che sappiamo riconoscere e al contempo scopriamo di nuovo.
Le architteture così emblematiche della città lagunare sono uguali a se stesse da secoli, ma Fulvio Dot le dipinge adesso: con le inevitabili contraddizioni della contemporaneità e i rischi di un fragile equilibrio tra ciò che era e ciò che è, senza rinunciare ad uno sguardo allarmato su ciò che potrà divenire.
“Reloaded” è la seconda personale con cui il pittore monfalconese riporta le sue opere in Regione dopo le prestigiose esposizioni che l’hanno portato a consolidare il successo internazionale a Grenoble (Francia), in Canada, e presso le fiere d’arte di Shanghai ed Hong Kong.

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Ostacolo visivo, 2015

Fulvio Dot è nato a Monfalcone (Go) nel 1956. Diplomato all’istituto Statale d’Arte di Gorizia e successivamente completa il corso di laurea in architettura a Venezia. Inizia ad esporre nel 1976 e tra le sue innumerevoli mostre segnaliamo, negli ultimi anni, quelle in importanti città italiane: Avellino, Barletta, Bolzano, Genova, Parma, Fiesole (Fi) e Milano. E’ stato presente negli “Art expo” di Bologna, Reggio Emilia, Padova e Pordenone. Per un azienda di Verona ha creato una linea di design per complementi d’arredo denominata ” Easy by Fulvio Dot e presentata alle fiere specialistiche di Francoforte, Valencia, Parigi e Milano.

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Scritte sui muri, 2015

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Fulvio Dot / 18 – 31 maggio

Inaugurazione sabato 18 maggio alle ore 18

Barcode, 2012, cm.140x100

Barcode, 2012, cm.140×100

I paesaggi di Dot, In Precario Equilibrio di Ilaria Dot

“Precario” e “2.0”: due parole che, se ci si pensa, sintetizzano la nostra epoca. Le ritroviamo entrambe, in quest’esposizione di Dot. Quasi che (suo malgrado, forse) la sua arte si facesse specchio della società contemporanea. Ad essere “in precario equilibrio” sono i suoi paesaggi, testardamente aggrappati a quella ragnatela di spaghi e ghiere di metallo che sembra volerli salvare dall’oblio. Sono facciate di case diroccate, erose dal tempo e dal ricordo, in bilico tra le ampie campiture bianche e il ricorrere dei simboli del nostro quotidiano. Continua a leggere