Inaugurazione sabato 15 aprile alle ore 18
Presentazione di Gabriella Dipietro
EQUILIBRISTA
L’ECLETTICA ARTE DELLA NAVIGAZIONE
“In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare” scrive Henri Laborit nel 1976, sostenendo che un sano fuggire possa garantire la sopravvivenza dell’individuo con un equilibrio che meglio si adatta. Nelle opere di Alberto Strambaci, versatile artista triestino, le barche sono protagoniste indiscusse, e sembrano librarsi nell’aria più che solcare un mare che mai viene raffigurato. Hanno un aspetto accattivante sl, apparentemente non problematico, ma in realtà celano una metafora per rappresentare un anelito a ricucire le molteplici ferite inflitte dalla vita. A volte le sue vele riprendono la struttura delle conchiglie, che trattengono in sé il concetto di dinamismo ed espansione – così come di regressione e contrazione, se osservate in senso inverso. Le boe diventano elementi segnici per indicare fattori di protezione; cavi di ormeggio saldamente trattenuti dalle bitte impediscono la navigazione, e sottili fili che attraversano la composizione fanno altrettanto. Nelle opere più recenti, forme architettoniche, pulite e squadrate, bloccano o zavorrano l’imbarcazione quanto la struttura sociale che l’artista sente pesantemente imposta. La ripetizione e modulazione di temi e motivi diventa quasi un’ossessione poetica. E poi troviamo rivelato lui, l’equilibrista, dal volto segnato di salsedine. Lui, che osserva, cinico e ironico, lui che ha imparato a destreggiarsi nelle diverse contingenze, mantenendo spesso un tono parzialmente e necessariamente defilato.
Ecco che allora le barche di Strambaci, con un linguaggio alternativo mascherato dalla pennellata rapida e sicura, diventano fonte di salvezza per favorire la fuga, l’ultimo appiglio per trovare la forza di combattere ancora e ancora…
Gabriella Dipietro
ALBERTO STRAMBACI vive a Trieste dove peraltro opera. Diplomatosi all’Istituto d’Arte “E.U.Nordio” di Trieste ha frequentato poi il corso di tecnica dell’acquaforte tenuto da Mirella Scott Sbisà sviluppando, su svariati supporti, il suo segno grafico che rappresenta la genesi dei suoi lavori. Successivamente segue dei corsi di pittura figurativa espressionista presso l’atelier di Petar Bosanac a Belgrado. Le tematiche da lui trattate spaziano versatili in svariati campi, costante è invece rappresentata dalla sua grafica che si riproponela attraverso l’uso delle molteplici tecniche da lui sperimentate. Molteplici sono le attività espositive alle quali ha partecipato a partire dagli inizi degli anni novanta, sia di carattere collettivo che personale.