Pino Corradini / 13-26 novembre

APERTURA SABATO 13 NOVEMBRE ORE 17
Presentazione di Marianna Accerboni

Ritratto Pino Corradini

Pino Corradini: la materia e il segno

Interpretando il mondo circostante e la vita attraverso la terza dimensione e il segno, Pino Corradini, classe 1927, capodistriano di nascita e attivo a Trieste fin da giovane, ha costruito, mediante questa preziosa facoltà, la propria strada nel campo dell’arte. Dopo aver iniziato come pittore e proseguito anche come incisore, attività svolte dal 1950, all’inizio degli anni Settanta imbocca la via della scultura, che compendia (e prepara) avvalendosi di un segno svettante e rapido, che ritroviamo nelle sue opere su carta esposte in mostra e realizzate a carboncino e tecnica mista una decina di anni fa. Altrettanto essenziali sono i suoi lavori recenti in bronzo, materia che l’artista domina con grande professionalità e sicurezza, affidando al lessico espressionista il proprio messaggio.
Affinatosi negli anni Cinquanta grazie alla frequentazione della Scuola Libera di figura del Museo Revoltella sotto la guida prima di Edgardo Sambo e poi di Nino Perizi, della Scuola Libera dell’acquaforte Carlo Sbisà e dell’Accademia estiva di Salisburgo (fondata da Oskar Kokoschka nel ’53) sotto la direzione dello scultore di origini capodistriane Oreste Dequel, Corradini dimostra di aver accolto quella lezione che nel Novecento, a livello internazionale, ha letteralmente liberato il segno e le forme dall’identificazione tautologica con il reale. Per lasciare spazio agli artisti più sensibili e maturi di esprimersi senza costrizioni, al di là della visione consueta.

Studio per Ritmo Ritmo 6

Dinamismo e luce sono due aspetti che incontriamo nelle sue sculture perchè le forme create dall’artista sembrano anelare con slancio verso nuovi mondi, nuovi miti, nuovi orizzonti, coadiuvati in tale propensione dal bronzo che si fa appunto luce, sapientemente lucidato in questo senso e a questo fine.
Rimanendo aderente a una personale interpretazione armonica ed equilibrata dell’onda espressionista che ha invaso parte degli atelier degli scultori del Novecento, da Matisse a Picasso, da Boccioni a Modigliani, a Brancusi ed Henry Moore, lontano dai miti e dagli esempi, l’artista ha dimostrato sempre di saper comporre un colto linguaggio espressivo personale, che rimarrà testimonianza indelebile di un’epoca e della sua cultura visiva, attestandosi sulla cifra dell’eleganza e di una misura sobria e convincente, che lo colloca tra i migliori professionisti della terza dimensione della nostra area del Nord Est.
Marianna Accerboni

Ritmo Ritmo 5 Ritmo 2 Ritmo 1

Darko Mandić / 30 ottobre-12 novembre

APERTURA SABATO 30 OTTOBRE 2021 ORE 17
PRESENTAZIONE DI GABRIELLA DIPIETRO

Il volo, olio su tela, 60x40 cm, 2009

Il volo, olio su tela, 60×40 cm, 2009

De rerum natura – La natura delle cose
Immagini d’ispirazione naturalistica, frammenti di realtà fissati in uno spazio indefinito e in un tempo sospeso di metafisica concezione. Sono le visioni di onirica suggestione di Darko Mandić, artista abitante in Montenegro alla sua prima esposizione in Italia.
Nelle sue tele le forme accennano una dissolvenza: le immagini tendono a sfaldarsi all’orizzonte, come volessero uscire dal loro confine corporeo, quasi una metafora dell’esigenza umana di ritrovare la propria dimensione in uno spazio aperto, senza più barriere.
Darko Mandić si muove, con un raro equilibrio musicale, tra informalismo, astrattismo e lirismo figurativo, alla personale ricerca di un punto d’incontro tra la purezza grafica del segno e lo stato emotivo dell’essere, laddove la “sensazione” prende il sopravvento sulla realtà oggettiva e, quest’ultima, è sempre più un mezzo per poter trasmettere emozioni.
Nella specifica accezione più squisitamente informale delle sue opere, sfondi indefiniti prendono vita, consistenze materiche scivolano spontanee in stesure velate che percorrono nervosamente la tela, assecondando gli impulsi e le suggestioni del momento.
Si riconosce un linguaggio pittorico istintivo, non uno sguardo qualsiasi a ciò che l’artista legge intorno a sé, ma una nuova ricerca visiva che va oltre il tangibile, offrendo l’illusione di poterci distrarre dalla nostra vita frenetica per varcare la soglia di uno specchio immaginifico che permette di riconoscere l’invisibile nel visibile.
Gabriella Dipietro

Decollo, acquerello, 42x29,7 cm, 2020

Decollo, acquerello, 42×29,7 cm, 2020

Croce, olio su tela, 60x40 cm, 2010

Croce, olio su tela, 60×40 cm, 2010

Bianchezza, olio su tela, 100x60 cm, 2000

Bianchezza, olio su tela, 100×60 cm, 2000

A meta strada, olio su tela, 60x80 cm, 2021

A meta strada, olio su tela, 60×80 cm, 2021

Pascutto + Picca / 16 – 29 ottobre

Apertura sabato 16 ottobre 2021 dalle ore 18.
In questa doppia personale, i cieli delle tele dialogano in un continuo scambio di giochi surreali e atmosfere sospese. Lo spazio solitamente relegato al fondo dei quadri in questo progetto diventa protagonista, una sorta di via di fuga dal mondo impazzito e claustrofobico degli ultimi due anni. Affini per stile e genere, i due pittori hanno sviluppato in modo personale il tema della mostra, creando una serie di opere originali e sorprendenti.

Paolo Pascutto, Balcone panoramico (2021)

Paolo Pascutto, Balcone panoramico (2021)

Paolo Pascutto (Aurisina, 1967), pittore, illustratore e graphic designer, espone da una trentina d’anni. Negli ultimi anni si è occupato di musica, pubblicando con lo pseudonimo musicaletrica un album di canzoni originali interpretate da vari artisti e ha portato in scena con Flavio Furian e Maxino lo spettacolo Troppo Triestini. Fa parte del collettivo satirico Vile&Vampi. Vive e lavora a Trieste con una moglie molto paziente e quattro gatti piuttosto contemplativi

Paolo Pascutto, Giornata storta

Paolo Pascutto, Giornata storta (2021)

Arturo Picca, Pietra e nuvola (2021)

Arturo Picca, Pietra e nuvola (2021)

Arturo Picca (Napoli 1962) da bambino è un appassionato disegnatore di cavalli e così decide che da grande quello sarà il suo lavoro.
Negli anni 80 comincia a pubblicare fumetti di cui scrive anche i testi. Dopo aver concluso gli studi umanistici, si specializza in modellazione 3D e collabora come illustratore con le principali case editrici nazionali.
Dal 2000 viene coinvolto nell’ambiente artistico e poco dopo si trasferisce sulle colline friulane tra cervi e salamandre.

Arturo Picca, Nuvola solitaria (2021)

Arturo Picca, Nuvola solitaria (2021)