Graziella Ranieri
24 gennaio – 6 febbraio

INAUGURAZIONE SABATO 24 GENNAIO ORE 18.

ENERGIA PULITA (2)

Graziella Ranieri – Energia pulita

La Pittoscultura di Ranieri
C’è una profonda e interiore volontà di sperimentare i materiali più vari nel lavoro di Ranieri, un acuto senso di appartenenza alla materia legno e al metallo.
L’autrice coglie frammenti metallici e li colloca nello spazio ligneo distribuendoli in quel territorio che più che valenza materica rappresenta spazio di pensiero.
Suggeriamo di scoprire innanzitutto, per questa artista, l’urgenza di recupero dei materiali: legno e ferro, metalli, frammenti di oggettualità, tutto quello che può essere gettato può essere recuperato.
La nostra civiltà è sprecona, sembra sottolineare l’autrice, la nostra cultura è quella che getta, che butta, che mette da parte senza curare, senza dare importanza, la civiltà di accantonare per distruggere.
Eppure sottolinea Ranieri, è opportuno anche conservare, tenere, raccogliere, riutilizzare. La nostra cultura dovrebbe riconsiderare il riutilizzo, una formula esistenziale che consenta il recupero, il senso del riproporre forme e sostanza nuove, anche se hanno fatto parte di altri contesti per i quali oggi l’utilizzo è diventato improponibile o impossibile.
Così come non è legittimo gettare ogni cosa, ma di contro da ogni cosa ricavare nuova occasione di recupero, sottolineature, rimandi, è altresì necessario riappropriarsi di pensieri, sentimenti, richiami che appartengono al passato della memoria individuale e collettiva.
E’ la memoria individuale ciò che maggiormente stimola  Graziella Ranieri.
Il ritorno all’infanzia, ai ricordi di vita, alle riflessioni che riportano alle tante esperienze umane.
E allora ecco acquisire vestimento questa oggettualità che non è più disordinata occasione di materia, ma lucida ricostruzione di esistenza, carica simbolica inconfessabile. Quest’ultima espressione rimane fondante l’esperienza creativa dell’autrice, c’è nel suo lavoro un quid segreto, un sottile e intimo comunicare per segni e colori, per materia, cuoio, legno, metallo, ma in  misura intima e personalissima, quasi nascosta.
Una creatività che è pudore, che è riservatezza, ma allo stesso tempo vigorosa volontà di partecipare ad un processo creativo con un entusiasmo  che va al di là di ogni valenza programmatica, intuizione, fuga in avanti alla scoperta di come si accosta materia a materia, emozione ad emozione.
Credo che la creatività di Graziella Ranieri sia un processo molto privato.
Perché la creatività è una forza che sradica, ma anche un soffuso sentire e un timido comunicare.
Un’ulteriore considerazione, questa oggettualità di confine tra il pensiero della scultura e quello della pittura presuppone una materialità che rivendica quasi il piacere di essere toccata, sfiorata, ascoltata.
Il piacere di sfiorare la materia che usa è una soglia di ascolto, sentire la mano a contatto con cuoio o ferro o legno, è uno dei piaceri che l’artista vuole  comunicare  e vuole condividere con chi si avvicina alla sua opera d’arte. Ed ecco che la creazione  diventa allora una specie di comunione intellettuale.
Prof. Vito Sutto, Critico d’arte

come esuli pensieri

Graziella Ranieri – Come esuli pensieri

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