Paolo Pascutto / 18-31 ottobre

INAUGURAZIONE SABATO 18 OTTOBRE ALLE ORE 18

Piroscafo della sera, 2012, tempera acrilica su tela (50x70 cm)

Piroscafo della sera, 2012, tempera acrilica su tela (50×70 cm)

Nel corso del vernissage verrà presentata un’anticipazione di Troppo Triestini di Pascutto & Polojaz, con Fabrizio Polojaz, Helena Pertot, Paolo Tanze, Mauro Cenci e con la partecipazione straordinaria di Maxino.

Era Trieste di Paolo Pascutto

Era Trieste è un piccolo viaggio nel passato di una città, un luogo esotico e affascinante che ho potuto esplorare solo attraverso reperti fotografici e ricordi di chi è stato là.
L’idea iniziale era un omaggio alla Trieste degli anni Cinquanta e Sessanta, due decenni di cui non serbo esperienza alcuna, essendo nato nel 1967. Ben presto il progetto però ha preso una strana piega. Ho cominciato a immaginare una città alternativa, un po’ diversa, una città in cui la storia ha preso direzioni inaspettate. è nata così questa miscela di Hollywood e vecchia Jugoslavia, un colorato improbabile scontro di culture inconciliabili, fatto di pubblicità invasive o impossibili, auto scintillanti, dirigibili, treni, aerei e palazzi svettanti. Il maresciallo Tito, jugo-icona pop per eccellenza, pubblicizza la Coca-Cola in Largo Barriera, mentre storici marchi della ex repubblica federativa si confondono tra gli invadenti neon della réclame dell’epoca.
Era Trieste, poco a poco, è diventato la summa di molte mie passioni. Si va dall’interesse per la storia recente al fascino per la narrativa di fantascienza, dall’amore per il cinema al gusto per il design retrò di automobili, piroscafi e aerei. Il risultato è un racconto stravagante e – a tratti – provocatorio, di una città dalla storia unica e complessa.

Stazione San Giusto, 2012, tempera acrilica su tela (120x100 cm)

Stazione San Giusto, 2012, tempera acrilica su tela (120×100 cm)

Alla fine mi sono reso conto che questo racconto non è poi tanto diverso dalle innumerevoli narrazioni che le diverse anime della città si tramandano da anni, storie piene di miti, mistificazioni e rimozioni. Perciò – paradossalmente – questa mia Trieste fantastica può pretendere lo stesso diritto di esistere delle altre visioni, può stare accanto a quella
asburgico-nostalgica, nazionalista, indipendentista, slovena…
Dunque questo progetto può diventare pure un’occasione per ragionare su tutte le storie diverse (e spesso contradditorie) di Trieste, con un invito a trovare una narrazione condivisa, pacificatrice, limpida del recente passato cittadino, che faccia piazza pulita dall’uso propagandistico e deformato della storia.

Coca Cola je to, 2013, tempera acrilica su tela (50x70 cm)

Coca Cola je to, 2013, tempera acrilica su tela (50×70 cm)

Paolo Pascutto
21 settembre – 4 ottobre

INAUGURAZIONE SABATO 21 SETTEMBRE ALLE ORE 18

La Fine della Civiltà_low

La Fine della Civiltà, acrilico su tela (80×100 cm), 2013

Acrilico contemporaneo – Opere 1993 / 2013
Paolo Pascutto propone una trentina di opere che riassumono due decenni del suo percorso artistico, che spazia dai poco oleografici paesaggi del natio Carso agli ironici scorci urbani triestini, dalle incombenti grandi navi del passato alle enigmatiche solitarie figure presenti nelle opere più recenti. Lo stile, già ben definito nelle prime opere e in seguito sempre più raffinato, è una sorta di iperrealismo magico, a volte inquietante ma più spesso giocoso, che lascia ampi margini alle interpretazioni dello spettatore.
La mostra Acrilico contemporaneo, il cui titolo rimanda alla tecnica preferita dall’artista, presenta molte opere esposte per la prima volta negli spazi della Galleria, alcune delle quali assolutamente inedite.

Paolo Pascutto è nato nel 1967 ad Aurisina, sul Carso triestino. Dopo gli studi all’Istituto Statale d’Arte e all’Università di Trieste si è dedicato all’illustrazione e alla grafica pubblicitaria, coltivando contemporaneamente la sua passione per la pittura.
Artista autodidatta, lavora quasi esclusivamente con le tempere acriliche e spesso con l’aerografo, spaziando da un surrealismo di ispirazione magrittiana ad un realismo straniato, per alcuni aspetti vicino alle opere di Charles Sheeler e di Edward Hopper.
Dal 1991 collabora con il cabarettista e presentatore Andro Merkù nella realizzazione di originali performance.
Vive e lavora a Trieste con una moglie molto paziente e tre gatti piuttosto contemplativi.

Pascutto / Pezzolato 30 aprile – 20 maggio 2011



Soggetti smarriti
di RINO LOMBARDI

INAUGURAZIONE SABATO 30 APRILE ALLE ORE 18
Momenti di smarrimento durante il vernissage a cura di Andro Merkù e Paolo Pascutto, con la partecipazione straordinaria di Janko Magris.

Ho perso l’equilibrio, ho perso la prospettiva, ho perso il senso, ho perso i miei sogni, ho perso il riferimento, ho perso quello che avevo appena trovato… Quello che accomuna i quadri di questa mostra è qualcosa che non c’è più. Una mancanza. Un’assenza. Una sparizione. Una perdita. Ma siamo sicuri che sia un caso? Secondo me c’è una precisa volontà dei soggetti protagonisti delle tele. Sono loro i padroni della situazione. E vanno avanti! Il bambino ha perso l’astronave per un soffio. Ma in fondo non si preoccupa più di tanto: con tutte le bizzarrie che si vedono in giro, cosa sarà mai un disco volante? E quell’astronauta? Ha perso la terra, ma ha trovato casa. E l’anziano signore: è lui che ha fatto volare via l’uccellino! E ora cerca la nostra complicità più che la nostra pietà. E la ragazza: è lei che ha tagliato il filo del telefono. Ha troncato lei la storia. E quell’altra ragazza? Dove va il suo angelo? O forse era un diavolo? E la signora con la valigia? È lei che ha deciso di perdere la nave. Ci ha messo un po’ di più a vestirsi ed eccolo là, il bastimento se n’è andato. Smarrimenti e solitudini, solitudini fiere e consapevoli: “Sono la sola ad avere avuto il coraggio di dire di no.” “Sono la sola che legge il libro. E che vuole continuare a farlo!” Perfino la nave parla: “Sono la sola a solcare questo cielo.” Perfino una potenziale tragedia cambia il suo corso: “Sto cadendo, ma sto volando”… Qualcosa non c’è più, ma il segno dei due artisti c’è tutto. Il segno di Pascutto è sempre più disinvolto e maturo e non trascura i suoi classici spericolati punti di vista sui paesaggi. Sembrano disegnati su tele di nuvola le opere di Pezzolato, dalla cupezza dannatamente luminosa. I colori, quelli no, non sono smarriti! Si ritrovano saldamente nel blu cielo, ormai la cifra di Paolo Pascutto, e nei toni più autunnali, materici, vissuti di Guido Pezzolato. Sicuramente mi sarò perso qualcosa… ma questa è un’introduzione libera e, come da contratto, inevitabilmente carente. Contano i quadri, non le parole. Ancora poche battute e il testo è scritto, la presentazione è finita. Ma questo, questo mi preme dirlo: nei quadri di Pascutto e Pezzolato, in fondo, niente è perduto. C’è un filo di speranza. Sempre. Come a dire: “Siamo padroni del nostro destino. E ce la faremo.” A questo punto, resta solo una domanda: “Ma i soggetti smarriti sono quelli dei quadri o siamo noi?”

BIOGRAFIE
Paolo Pascutto è nato nel 1967 ad Aurisina, sul Carso triestino. Dopo gli studi all’Istituto Statale d’Arte e all’Università di Trieste si è dedicato all’illustrazione e alla grafica pubblicitaria, coltivando parallelamente la sua carriera pittorica, lunga ormai più di venti anni.
Artista autodidatta, lavora quasi esclusivamente con le tempere acriliche e spesso con l’aerografo, spaziando da un surrealismo di ispirazione magrittiana ad un realismo straniato, per alcuni aspetti vicino alle opere di Charles Sheeler e di Edward Hopper.
Dal 2000 fa parte del collettivo di disegnatori satirici Vile&Vampi, che ha pubblicato settimanalmente per alcuni anni vignette sul quotidiano triestino in lingua slovena Primorski Dnevnik.
Vive e lavora a Trieste con una moglie molto paziente e tre gatti piuttosto contemplativi.

Guido Pezzolato è nato a Trieste nel 1966. È diplomato in Disegno Animato all’Istituto Statale d’Arte di Urbino.
Da più di vent’anni lavora nel campo della grafica e della pubblicità, anche per celebri campagne nazionali. Ha partecipato a diverse collettive con dipinti dedicati alla bora; il vento triestino è protagonista anche del librino Via della Bora che Pezzolato ha fantasiosamente illustrato. Nel 2009 ha esordito con la sua prima mostra personale (Navi passeggere), in coppia con Paolo Pascutto. Vive e lavora a Trieste dove fa l’art director e l’illustratore in una nota agenzia.

Soggetti smarriti / La performance

Soggetti smarriti / Il vernissage

Riprese di Antonella Coppola