Annamaria Ducaton / 1-14 dicembre

Silenzi di PAOLO QUAZZOLO

INAUGURAZIONE SABATO 1 DICEMBRE ALLE ORE 18

Il soggetto, impegnativo e complesso, per questa esposizione è stato suggerito all’autrice triestina in modo del tutto particolare: un’ispirazione improvvisa, una suggestione che ha condotto Annamaria Ducaton ad affrontare una profonda riflessione artistica su cosa sia il silenzio e, soprattutto, come esso possa essere rappresentato in modo figurativo.
Il termine “silenzio” assume, nella nostra cultura, numerose valenze e, in base all’ambito cui fa riferimento, si tinge di significati via via diversi. Nell’acustica, per esempio, il silenzio indica l’assenza di qualsiasi suono: situazione questa pressoché impossibile in un mondo – il nostro – ove, viceversa, il rumore appare dominare ogni azione. Ma il silenzio è anche una componente fondamentale della musica, laddove il suono è necessariamente accompagnato dalle pause che, con la loro durata, contribuiscono a dare il ritmo al brano musicale. Ma non solo: la pausa è sinonimo di attesa, crea tensione, prepara a un evento sonoro importante. E il silenzio, nella musica contemporanea, è stato capace di divenire protagonista assoluto, come accade nel celebre brano di John Cage 4’33”.
La pratica del silenzio è anche un fatto rituale, religioso: in questo contesto il tacere indica non solo e non tanto l’astensione dalla parola, ma soprattutto la ricerca di una pace interiore, la volontà di placare il tumultuoso flusso dei pensieri, il tentativo di concentrarsi sulla propria interiorità.
Il silenzio è anche giuridico, laddove la mancata espressione della volontà da parte di una persona o di un soggetto equivale al suo assenso o, nei procedimenti giudiziari, diviene una forma di protezione di cui può fare uso una persona sottoposta a interrogatorio.
Nell’ambito della comunicazione, infine, già i primi retori avevano compreso che il silenzio indica non solo l’assenza o la negazione di una volontà a comunicare con il prossimo, ma soprattutto diviene potente espressione di sentimenti nascosti, di emozioni, di concetti sottintesi eppure difficili da esprimere. Cicerone così come Seneca avevano sostenuto che un bravo oratore deve sapere non solo parlare in modo persuasivo, ma anche tacere al momento opportuno, onde conferire maggiore efficacia al proprio discorso. Ed è quanto ci hanno insegnato i professionisti della parola, ossia i drammaturghi e gli attori, che da sempre sanno dosare con grande sapienza il flusso del discorso e i silenzi che l’accompagnano.
Silenzio è dunque emozione, ricerca di se stessi, rispetto dell’altro, riflessione, volontà di scoprire tutto ciò che il suono e il rumore spesso portano via dall’esistenza di ogni giorno.
Con il concetto di “silenzio” si confronta, dunque, anche Annamaria Ducaton che propone una serie di interpretazioni di questo articolato tema, laddove il “silenzio”, metafisico e impalpabile, sembra assumere via via una personalità e una dimensione quasi corporea.
Punto di partenza dell’affascinante percorso proposto dall’artista, è la tela Cinque silenzi nella notte, ove il concetto di Silenzio si materializza e si presenta ai nostri occhi tramite una particolare forma a goccia, che ci accompagnerà per buona parte del percorso. Inserito in un universo sconfinato e luccicante di stelle, il Silenzio è quasi una sorta di sacco amniotico, all’interno del quale è contenuto il principio misterioso della Vita: negli spazi siderali dell’universo, il Silenzio vaga tranquillo, nella sua primordiale imperturbabile serenità.
E dall’universo il Silenzio sembra giungere a contatto con la dimensione umana: Le sentinelle ci propongono una struttura architettonica in cui predomina l’elemento armonioso dell’arco, attraversato da evanescenti forme di nuvola, che sembrano quasi sfondare la matericità della costruzione architettonica, per condurci verso gli infiniti spazi dell’anima.
A questo punto il Silenzio viene declinato dall’autrice nelle più differenti e suggestive situazioni, che ci conducono a riflettere e a confrontarci con significati metafisici. Silenzio a Gerusalemme, dai colori accesi, ci richiama a una città-simbolo per il mondo spirituale e religioso e ci guida a una meditazione dal sapore mistico. In Silenzio sul lago, una delicata forma quasi ectoplasmatica, attraversa la pace di un ambiente incantato. Suggestioni lontane richiama Silenzio nel deserto, mentre Silenzio nella terra evoca un senso di calma primordiale. Un sentimento di religiosità comunica invece Sentinelle del tempio, ove il Silenzio è sinonimo di raccoglimento e meditazione e dove, soprattutto, il protagonista si tinge di color oro, materiale non solo prezioso, ma soprattutto incorruttibile. L’oro torna nuovamente in Mistici silenzi e in Luce, ove l’incastonarsi del protagonista dentro elementi architettonici sembra quasi ricordarci che i rumori della civiltà nulla possono contro uno stato primordiale che tutto circonda e tutto assorbe. Ancora la natura domina in Silenzio in un campo di grano e Nel mare del silenzio, mentre un inaspettato e curioso accenno al mondo classico – ove ancora il silenzio non era stato sconvolto dai rumori della civiltà moderna – si ritrova in Presenze silenziose. Evanescenti nuvole incarnano il tema dell’esposizione in Movimenti silenziosi, mentre il suggestivo Nella notte, il Silenzio, ci riconduce verso dimensioni infinite, ove un sole lontano sembra guardare con curiosità a un Silenzio ormai padrone degli spazi.
Un percorso insolito, difficile e articolato, questo di Silenzi, con cui Annamaria Ducaton desidera farci riflettere, quasi a ricordarci che nella frenesia della vita contemporanea ciascuno di noi dovrebbe trovare uno spazio per fermarsi a meditare, per ritrovare se stesso e l’armonia, spesso spezzata, con il mondo che ci circonda. Perché, come diceva Leopardi, “Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore, dell’ira, della meraviglia, del timore”. 

BIOGRAFIA ANNAMARIA DUCATON
Vive e lavora a Trieste. Ha al suo attivo oltre 80 mostre personali e ha esposto giovanissima alla XI Triennale di Milano e in numerosissime mostre collettive.
Sue personali a Trieste, Gorizia, Udine, Trento, Milano, Torino, Roma, Bologna, Genova, S. Bonifacio (Verona), Brunico, Dobbiaco, Bolzano, Maniago, Salisburgo, Graz, Helsinki, Basilea, Stoccolma, Lubiana, Isola d’Istria, Terezin (Rep. Ceca), Venezuela, California.
Importanti i cicli ”La porta dell’anima” omaggio a Anna Frank, ”Kalevala” miti del Grande Nord,”La donna del mare” (Ibsen), Metamorfosi e ironie (Kafka), Gustav Mahler V Sinfonia e Das Lied von der Erde. Scenografie per Prokofiev, Cantico delle Creature, Magie Spagnole, Cuore.
Ha eseguito un murale (20 mq) all’interno della Cattedrale Nuestra Señora della Soledad, Venezuela.

Sue pubblicazioni:
1977 Proiezione di un’infanzia
1994 All’ombra del mango
2002 Amiche mie carissime
2008 113 gradini verso la felicità
2009 Affubulazioni
2011 Soledad, un enigma

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