Nuove rifrazioni
di MARIANNA ACCERBONI
INAUGURAZIONE VENERDÌ 11 SETTEMBRE ALLE ORE 19
Il colore, la luce e il sentimento sono protagonisti della pittura di Gabriella Giurovich, racchiusi in un’arte di riflessione e nel contempo di slancio: riflessione nei confronti della vita in senso lato e in senso contemporaneo, in cui protagonista costante è la figura umana, spesso raccolta in gruppi.
Attraverso tale modulo, che si ammanta di un gesto pittorico liberissimo e convincente, di matrice espressionista, la Giurovich affronta temi toccanti e di forte impatto emotivo come per esempio la Shoah, simbolizzata da corpi che escono dal fuoco o sono prostrati nel dolore: una visione che potrebbe risultare totalmente apocalittica, se il raggio di luce che caratterizza di consueto la sua pittura, non illuminasse l’azione e l’atmosfera, donando a quest’ultime il coraggio della speranza.
Autrice di tecniche miste dai colori sintonici e raffinati e dai contrappunti molto personali, la Giurovich sa compendiare una visione intensa e a volte drammatica della vita, colta anche nei suoi aspetti più crudi, con l’umanissima percezione e attitudine alla positività.
In termini stilistici la sua figurazione, che frequenta i parametri, le soluzioni e gli sviluppi dell’espressionismo figurativo tedesco – iniziato ai primi del novecento dal pittore norvegese Edward Munch, attivo all’epoca anche in Germania – si addolcisce in una maniera più soave e fiduciosa, offrendoci il racconto di una realtà tradotta anche in simboli, in cui è raccolto il pensiero d’avanguardia della mitteleuropa del novecento, sviluppatosi nelle Accademie di Monaco e di Vienna parallelamente all’analisi introspettiva condotta da Freud, ma nel cui ambito circola anche la magica fascinazione di Chagall
BIOGRAFIA Autodidatta fino al 2000, allorchè si trasferisce dal Veneto a Trieste, Gabriella Giurovich nel corso degli anni successivi, frequenta i laboratori di “nudo” di Giorgio Cisco, Raffaella Busdon e Franco Chersicola. Attualmente si dedica anche all’incisione sotto la guida del maestro Franco Vecchiet.
Ha partecipato a numerose collettive nel Triveneto, in Piemonte, in Sardegna, all’Isola d’Elba ed in Slovenia; ha al suo attivo mostre personali a Torino, Muggia ed a Trieste presso la Galleria Rettori Tribbio.
Il critico Massimo Centini di Torino nel 2008 ha definito la sua “…Pittura che implica un approccio intellettuale profondo, che si deve misurare con il risultato di una poetica complessa, ma non per questo inaccessibile: il tracciato pittorico, infatti, lascia aperta la porta su tutta una serie di opportunità dialettiche in cui ognuno di noi può dare corpo al proprio immaginario, ai simboli, anche agli incubi.”