INAUGURAZIONE SABATO 28 GIUGNO ALLE ORE 18
Allegro non troppo di Danica Krstić
Le opere di Milan Stankov suscitano negli spettatori molteplici sen- sazioni. Attirato dalla ricchezza della sua tavolozza e dall’essenzialità delle sue opere scultoree, il pubblico si rende presto conto che si tratta di un’artista complesso. Dopo una prima lettura delle opere, soprattutto di quelle pittoriche che potrebero sembrare allegre e vivaci, si svela tutta la complessità del suo pensiero e del suo procedimento artistico. Ottimo disegnatore, grande sognatore, eccellente pittore e scultore ci fa entrare nel suo mondo magico e privilegiato dove, solo al primo sguardo, regnano gioia e spensieratezza. In realtà è un mondo surreale, metafisico, talvolta escheriano. Personaggi strani e situazioni surreali si incontrano il più delle volte su una superficie piatta, dove la profondità di campo è annullata o appena accennata. La tavolozza espressionista è predominante, con un forte impatto emozionale che rende l’interpretazione soggettiva e, in qualche caso, quasi impossibile. È un mondo fantastico, avvolto dal mistero del sonno, dell’inesistente, del sonno della morte, cioè della non vita. Le sculture presenti nella prima mostra triestina dell’artista serbo sono realizzate in due materiali diversi. Prevalgono quelle in terracotta, ma le opere in bronzo, sebbene in numero minore, sono la vera testimonianza della padronanza di Milan Stankov in campo scultoreo. Un materiale nobile, come il bronzo, si presta benissimo per la rappresentazione dei motivi figurativi che dominano questa parte del opus plastico dell’artista dal talento multiforme. Le sculture in terracotta presentano delle forme apparentemente semplici ma, in realtà, anche in questo caso abbiamo a che fare con delle strutture ibride, la cui interpretazione è lasciata all’immaginazione, proprio come nel caso delle opere pittoriche. Le forme morbide, piacevoli alla vista e al tatto, si intersecano per comporre delle vere e proprie mescolanze di oggetti a cui l’occhio e soprattutto l’immaginazione daranno una decodificazione finale. L’artista stesso dice che gli oggetti sono ridotti e che “sono composti dal susseguirsi delle forme rettangolari, che rallentano e fermano il ritmo, e quelle ovali e rotonde che lo muovono e lo accelerano creando una dinamica sbilanciata.” Proprio quel ritmo e quella dinamica, nonché i colori accesi dei dipinti, rendono le opere di Milan Stankov allegre. Ma non troppo.
Milan Stankov è nato nel 1967 a Zrenjanin (Serbia). Nel 2001 si è laureato in scultura presso la Facoltà di Belle Arti di Belgrado. La sua produzione artistica spazia dalla pittura e disegno alla scultura in bronzo, terracotta e cartapesta.
Dal 1992 espone individualmente e dal 1995 in mostre collettive in Serbia e all’estero. Ha vinto numerosi premi per la pittura e per la scultura. Nel 1996 ha pubblicato la raccolta di racconti Autopsia fluorescente.