Pino Ferfoglia / 15-28 novembre

Ferfoglia - Case carsiche

Ferfoglia – Case carsiche

INAUGURAZIONE SABATO 15 NOVEMBRE ALLE ORE 18.
Carsolando
Siamo lieti di presentare questa speciale selezione delle opere di Pino Ferfoglia, noto e apprezzato paesaggista delle nostre terre.
I lavori presentati in questa retrospettiva spaziano per soggetti, tecniche, formato e periodo di realizzazione, e sono fra le più caratteristiche e originali del suo percorso artistico.
La sua pittura e la sua grafica suggestionano per il loro carattere intuitivo e il grande impatto emozionale.
Nel paesaggio trova le sue corde, sia che lo costruisca e lo strutturi nel suo intimo con il segno grafico, sia che ne colga la vivacità e le vibrazioni attraverso il colore.
Delle sue opere hanno scritto importanti critici e letterati quali Dino Buzzati, Anita Pittoni, Alberto Spaini, Cesare Sofianopulo, Piero Bargellini, Decio Gioseffi, Giulio Montenero, Marianna Accerboni, Sergio Brossi, Sergio Molesi, Vladimiro Miletti, Mario Lepore, Biagio Marin, Stelio Mattioni e molti altri illustri intellettuali.

Ferfoglia - Portale e tetti

Ferfoglia – Portale e tetti

Ferfoglia - Carsolando

Ferfoglia – Carsolando

 

 

Pino Ferfoglia / 19 maggio – 1° giugno

INAUGURAZIONE SABATO 19 MAGGIO ALLE ORE 18 

Lo ricordiamo con una serie di opere significative del suo percorso artistico. Personaggio molto noto a Trieste, figura caratteristica e caratterizzante di un particolare tempo recente che ci è piacevole e caro rievocare. Artista e comunicatore (con la pittura e con la parola) della sua gioia di stare a contatto con la natura circostante e con la sua gente. Numerose le mostre (a Trieste e in molte altre città), le recensioni, le critiche e i riconoscimenti.  

BIOGRAFIA Giuseppe detto “Pino” Ferfoglia nasce nel 1924 a Trieste, nella zona di Roiano – Scala Santa. Trascorre la prima gioventù tra i pastini e nelle campagnette della periferia; l’atmosfera e la luce di quelle contrade, di quell’epoca, gli rimangono sempre presenti come parte essenziale del suo essere.
Si diploma all’Istituto Nautico di Trieste e, nonostante gli anni non facili, deciso a proseguire gli studi, si iscrive alla Facoltà di Scienze Economico Marittime di Napoli. Negli anni dell’Università fa comunque in maniera di essere presente a Trieste, avendo a cuore le sorti della città, allora ancora non ricongiunta all’Italia.
Terminati gli studi trova impiego come ispettore di dogana a Trieste, continuando anche a partecipare alla vita politica della città come consigliere comunale e provinciale.
Nella pittura è autodidatta e segue la sua inclinazione naturale ispirandosi soprattutto all’ambiente del Carso triestino; per affinare la sua tecnica, comunque, negli anni frequenta corsi di figura ed incisione.
Comincia a mettersi alla prova come pittore nelle mostre universitarie a Trieste; in seguito si afferma in collettive e personali nella sua e in molte altre città.
Nel 1973 lascia il suo impiego alle dogane e si dedica completamente all’impegno artistico.
Negli ultimi anni lavora al “Diario apiario” una raccolta, non ancora pubblicata, di episodi della sua vita illustrati in maniera naif e narrati con la consueta ironia.
Chiude la sua vita nel 2007, dopo una lunga malattia affrontata sempre con lo stesso inconfondibile distacco.
Il suo atteggiamento disincantato nei confronti della vita, con la consapevolezza, tuttavia, della sua missione di artista, possono essere sintetizzati da una sua frase, citata nel libro “La strage degli anatroccoli” di Kenka Leković: “Devo morir ma son anche pittor”.

www.pinoferfoglia.it

Pino Ferfoglia / 22 maggio – 4 giugno 2010



La linea cromatica di Pino Ferfoglia
di MARIANNA ACCERBONI

INAUGURAZIONE 22 MAGGIO ALLE ORE 18.30

La rassegna propone una trentina di disegni a china colorati a tempera, realizzati dall’artista dagli anni ottanta agli anni duemila e ispirati in particolare al paesaggio carsico e al mare. Ritorna il segno luminoso e convincente di Pino Ferfoglia (Trieste, 1924 – 2007) con la sua vivace capacità narrativa, che sa intrecciare il colore della realtà a quello dei desideri, in una figurazione fantastica e ricca – in questo caso – di spunti da consumato illustratore.
Temperamento apparentemente scanzonato, lievemente e nascostamente lirico, come se si vergognasse un po’ di lasciarsi andare a una carezza, il pittore ha saputo comporre con i suoi disegni a china, colorati a tempera coprente, che lui chiamava tecniche miste, un universo festoso e intenso sotto il profilo cromatico: vedute che tracciano soprattutto il Carso, ma anche il mare, con delle intense testimonianze di Canovella de’ Zoppoli, e poi di Opicina e Muggia, nelle quali Ferfoglia si esprime in modo essenziale, razionale e nel contempo giocoso. Una scelta stilistica spontanea e immediata, che gli aveva meritato la stima del pubblico e della critica, fin dal 1950, anno in cui aveva iniziato la propria attività partecipando alle mostre universitarie.A quegli esordi seguirono varie, qualificate esposizioni nella città natale, a Milano, Roma, Napoli e in altre sedi italiane. Ma nel corso degli anni l’artista rimase sostanzialmente fedele al proprio stile pittorico, in cui s ‘intrecciano sfumature naive e fauviste e gli esiti della poetica impressionista ed espressionista dell’Europa del novecento. Una meta espressiva affinata tenacemente nel corso degli anni grazie anche alla frequentazione di vari corsi di figura e d’incisione e arricchita dal rapporto con artisti quali Cerne, Dequel, Brumatti, Bergagna, Rosignano e Sormani, con cui condivise anche la gioia di vivere.