7-17 gennaio 2025

Livio Rosignano a cent’anni dalla nascita

Inaugurazione martedì 7 gennaio 2025 alle ore 18, con l’introduzione critica di Marianna Accerboni

Uomo in bicicletta

La mostra, promossa dal nipote Paolo Rosignano e da me curata, rappresenta un omaggio all’artista nel centenario della nascita, avvenuta il 20 novembre 1924. Configurata come una sorta di essenziale antologica, propone un’esaustiva selezione, dagli anni Cinquanta al secondo decennio degli anni Duemila, della poliedrica e sensibile creatività del pittore, che espose in sedi d’eccellenza in tutto il mondo e fu anche colto critico d’arte, scrittore e poeta. 
In mostra una serie di tematiche molto vicine alla natura e al tema sociale, spesso presenti nell’artista: il paesaggio carsico e il vento, quello urbano con le sue a volte squallide ma anche romantiche periferie, le marine e le campagne con le reminiscenze dell’amata Istria, mai dimenticata; i “poveri cristi” (come lui chiamava i protagonisti di un’esistenza disperata), narrati attraverso un espressionismo non lontano dall’intensità estrema di Bacon e di Sutherland, e la solitudine; il quotidiano, la fabbrica, l’amore e il rapporto di coppia, gli amici artisti, le “belle di notte” e la bohème triestina e i meravigliosi voli pindarici dell’artista, che sapeva anche astrarsi dalla realtà per scivolare in un mondo simbolico e onirico intriso di un poetico, personale sentire. Come accade per esempio nel dipinto intitolato “L’uomo è prigioniero”, in cui Rosignano si autorappresenta nel suo studio avvolto metaforicamente in un volo di bianche colombe…
Autore di più di 3.500 dipinti a olio, declinati inizialmente attraverso un linguaggio d’ispirazione fauve e, successivamente al soggiorno milanese, più soffusi  grazie al contatto con il Chiarismo lombardo, e di oltre 17.000 disegni e illustrazioni a penna, matita, carboncino, biro, inchiostro e tecnica mista dal segno molto incisivo, il pittore produsse anche numerose acqueforti, presenti in mostra: un percorso cui si appassionò molto grazie all’amicizia con Carlo Sbisà, fondatore della storica scuola triestina dedicata a tale tecnica incisoria.
Marianna Accerboni    

Paese del Carso

Livio Rosignano Istriano di origine (Pinguente, 1924 – Trieste, 2015), sempre vissuto a Trieste, ha  iniziato ad esporre nel 1949. Ha partecipato a numerosissime mostre in Italia ed all’estero. Dalla Biennale di Milano alla Quadriennale di Roma, dal premio Michetti al Suzzara, dal Marzotto alla mostra del Po, alla  Triveneta di Padova. Sue personali a Milano, Venezia, Genova, Bergamo, Bologna, Forlì, all’Istituto di cultura di Bruxelles, a Bucarest, a Monaco di Baviera, a New York, in Austria ed in Jugoslavia. Naturalmente innumerevoli le mostre a Trieste e in regione; antologiche a Gorizia (1971), a Trieste (1978), a Udine (1976-1979-1998), al Civico Museo Revoltella di Trieste (1995-2009) e al Palazzo della Regione (2010). Nel 2011 personale sulla ”Barcolana” alla Galleria Comunale d’Arte Negrisin di Muggia.
Ha avuto ottimi riconoscimenti ed è stato premiato in varie mostre nazionali e segnalato per il Premio Bolaffi nel 1974. Ha avuto dal Comune di Trieste il Sigillo Trecentesco nel 1994. Ha collaborato come scrittore alla terza pagina del ”Piccolo”e ha pubblicato numerosi libri.

Interno

Livio Rosignano /
27 novembre -10 dicembre

L’intima poesia
Apertura sabato 27 novembre 2021, dalle ore 17.

Autoritratto, 1969

Autoritratto, 1969

Livio Rosignano Istriano di origine (Pinguente, 1924 – Trieste, 2015), sempre vissuto a Trieste, ha  iniziato ad esporre nel 1949. Ha partecipato a numerosissime mostre in Italia ed all’estero. Dalla Biennale di Milano alla Quadriennale di Roma, dal premio Michetti al Suzzara, dal Marzotto alla mostra del Po, alla  Triveneta di Padova. Sue personali a Milano, Venezia, Genova, Bergamo, Bologna, Forlì, all’Istituto di cultura di Bruxelles, a Bucarest, a Monaco di Baviera, a New York, in Austria ed in Jugoslavia. Naturalmente innumerevoli le mostre a Trieste e in regione; antologiche a Gorizia (1971), a Trieste (1978), a Udine (1976-1979-1998), al Civico Museo Revoltella di Trieste (1995-2009) e al Palazzo della Regione (2010). Nel 2011 personale sulla ”Barcolana” alla Galleria Comunale d’Arte Negrisin di Muggia.
Ha avuto ottimi riconoscimenti ed è stato premiato in varie mostre nazionali e segnalato per il Premio Bolaffi nel 1974. Ha avuto dal Comune di Trieste il Sigillo Trecentesco nel 1994. Ha collaborato come scrittore alla terza pagina del ”Piccolo”e ha pubblicato numerosi libri.

Vecchio caffè, 1996

Vecchio caffè, 1996

Appoggiato al banco, 2000

Appoggiato al banco, 2000

Scalpellino, 1956

Scalpellino, 1956

Interno, 1949

Interno, 1949

Imbianchino, 1991

Imbianchino, 1991

Composizione con lume, 1969

Composizione con lume, 1969

Carretto, 1954

Carretto, 1954

Caffè Tommaseo, 2011

Caffè Tommaseo, 2011

Caffè San Marco, 2010

Caffè San Marco, 2010

Livio Rosignano / 19 – 31 ottobre

Case vecchie

Case vecchie

INAUGURAZIONE SABATO 19 OTTOBRE 2019 ORE 18.00

L’intima poesia di Livio Rosignano

Livio Rosignano ha disegnato da sempre, incoraggiato a perseverare nell’arte dal pittore Giovanni Giordani, che fu suo insegnante. Ma quando egli cominciò ad apparire sulla scena espositiva, la situazione artistica triestina era in movimento. Mentre i vecchi maestri affermatisi tra le due guerre continuavano a portare avanti i modi della tradizione postimpressionistica, novecentesca e persino simbolista e metafisica, si facevano sentire anche nella nostra città gli echi delle novità proposte dal Fronte Nuovo delle Arti nella fatidica Biennale veneziana del 1948. E quando in questo contesto si consumò quasi subito la frattura tra postcubisti astratto-concreti e neorealisti, gli artisti triestini di poco più anziani si riconobbero, più o meno, nel primo schieramento, mentre i giovanissimi che si aprivano allora all’esperienza dell’arte sentirono il fascino ed il richiamo dell’arte impegnata del neorealismo. Questi ultimi costituirono l’avventurosa bohème triestina dei favolosi anni cinquanta, muovendosi tra il bar Moncenisio, la taverna Murago e le soffitte del centro cittadino dove dipingevano, spesso in gruppo per risparmiare. Livio Rosignano, pur non condividendone appieno l’ideologia socio-politica e men che meno la poetica neorealista, fu loro vicino in quanto sentiva il bisogno di una maggiore libertà di movimento di contro al raffinato stilismo dei pittori più anziani del versante postcubista. Invece, avendo occasione di frequentare i vecchi maestri Adolfo Levier e Vittorio Bergagna (dal quale per un certo periodo fu ospitato nello studio), egli orientò il suo nativo espressionismo nell’ambito del postimpressionismo, ponendo nel contempo attenzione sia al versante vitalisticamente fauve di Levier sia a quello contemplativamente luministico di Bergagna. A partire dal 1950 Livio Rosignano fu a più riprese a Milano (e per un certo periodo condivise lo studio con Marino Sormani) ed ebbe modo di confrontarsi con una situazione artistica complessa ed articolata, sia per gli apporti culturali locali sia per le stimolanti presenze forestiere a livello europeo. Al definitivo ritorno a Trieste l’artista, memore del particolare luminismo chiaroscurale della tradizione lombarda che, per i rami, risaliva fino a Leonardo, abbassò il tono contemplativamente luministico di Bergagna e sciolse il guizzo cromatico fauve di Levier in atmosfere filtranti ed umbratili, mentre l’immagine subiva una trasformazione di tipo espressionistico sia sul versante vitalistico che su quello di una struggente malinconia. E così Livio Rosignano negli ultimi trent’anni ha messo a punto una propria ed originale maniera pittorica che ne ha fatto, come tutta la critica ha concordemente affermato, il cantore fervido ed appassionato di una particolare temperie spirituale della nostra città e l’artista più amato dal pubblico.

Vecchia osteria

Vecchia osteria

Barcolana

Barcolana

Bora a Barcola

Bora a Barcola

Caffe San Marco

Caffe San Marco