Apertura sabato 13 maggio alle ore 18
Presentazione di Franco Rosso
ROSSO
C’è un filo rosso che percorre trasversalmente le opere di Annamaria Ducaton esposte in questa rassegna. E’ un filo ideale, che è presente come impronta cromatica nelle singole opere, ma che contemporaneamente si percepisce come quel misterioso mezzo di connessione tra i sensi e gli ultrasensi presenti negli esseri umani. E già questo anticipa come l’artista coniughi materia e spirito, anzi come affidi proprio alla materia un valore spirituale, sapendo cogliere con i pennelli e i colori una riflessione sottile, fissando poi sulla dimensione piana della tela o della carta quello che è invece trascendentale. La materia è il vocabolario che la vita utilizza per esprimersi e diventa attraverso l’azione pittorica dell’artista una materia lirica che testimonia l’esistenza e la vita al cospetto dell’invisibile, al silenzio del nulla, alla magia e all’infinito.
Le opere della Ducaton traducono in forme e colori elementi di spiritualità, evocando nel contempo sentimenti e situazioni esistenziali, musiche e parole, visualizzando realtà interiori.
Lo fa con una mano che spontaneamente compone forme in un sofisticato intreccio di fantasia e realtà, di memoria del passato e di consapevolezza del presente, di emozioni suscitate dalla musica, dalla lettura, dal teatro, da luoghi lontani vissuti o immaginati.
Sono opere che accendono lampi luminosi su quel mistero che vive oltre le immagini proposte dalla vita: la Ducaton sa bene che la realtà si comporta diversamente quando non viene osservata.
E lei si tuffa in profondità, va sotto alla realtà accettata, osserva il cielo dall’alto, in una ricerca intellettuale costante e indefessa che lei interpreta come il luogo ideale per far collidere due sistemi di sapere, due differenti traiettorie, quella della scienza e quella dell’arte. Perché Annamaria Ducaton è da sempre impegnata con il visibile e l’invisibile, con il sapere e il non-sapere, e il fruitore può scoprire cosa nasconde di poetico, di etico e di sociale questa sua impostazione: può allora capire quanto l’immaginazione possa essere un ponte virtuoso tra scienza e arte.
L’artista affianca alla passione per la pittura l’entusiasmo per la conoscenza in tutte le sue forme, come possibilità espressiva dell’esplorazione di mondi, pensieri, magie, e proprio come una scienziata, sa che la ricerca continua da la possibilità di indagare l’infinito e l’incredibile archivio dell’universo.
L’impulso creativo sempre gli perviene dalla musica (in particolare da quella di Gustav Mahler), da quelle note che accompagnano da sempre la sua vita con una sinfonia che ha lasciato un’impronta nell’anima surrealista dell’artista, sempre protesa all’incanto, al sogno e a un mondo che sta al di là dei confini noti.
Con il suo lavoro Annamaria Ducaton ci ricorda che l’essere umano non può sperimentare una vita disgiunta dal corpo, ma neanche una vita materiale senza anima, e lo dice con l’onestà intellettuale di chi sa di non avere risposte preconfezionate che non potrebbero mai racchiudere la spiegazione della vita: però, attraverso la sua creatività dimostra di percepire la globalità dell’esistere, sottolineando il valore di materia e spirito che sono le due componenti senza le quali l’umanità è smarrita anche in mezzo alle vecchie e alle nuove e mirabolanti tecnologie. Allora è chiaro che il filo di connessione che connette il suo lavoro è rosso, proprio per simboleggiare la vita, la forza, l’energia, il coraggio e la vitalità che sono i suoi strumenti per difendersi dalla mediocrità e dalla volgarità della nostra contemporaneità, contrapponendo la sua eroica dedizione alla propria vocazione di artista.
Pensare, ricercare, immaginare permettono a Annamaria Ducaton di tenersi lontana dall’aridità del nostro tempo, coltivando l’importanza fondamentale della fantasia, dell’utopia e del pensiero per contribuire alla costruzione di una civiltà che offra all’essere umano mezzi di realizzazione e di speranza, esorcizzando il nulla, il malvagio e il falso che ci circonda.
Franco Rosso