
Equilibri di segno e colore
INAUGURAZIONE SABATO 13 FEBBRAIO ALLE ORE 18
Adriano Fabiani espone dal 1967, praticamente da oltre quarant’anni, a Trieste soprattutto, ma non solo. Non è tuttavia un pittore facile da incontrare nelle gallerie e nelle rassegne di gruppo poiché lavora con discrezione evitando la replicazione dei soggetti più riusciti o richiesti dai collezionisti che pure ormai da tempo guardano con attenzione alla sua originale figurazione, alla compostezza degli equilibri di segno e colore che ne caratterizzano il linguaggio.
Fabiani negli anni giovanili è stato allievo di Giovanni Babuder, uno degli ultimi pittori plein air innamorati del paesaggio e della luce che, dopo gli studi all’Accademia di Bologna, aveva radunato accanto a sé un gruppo di giovani e giovanissimi ai quali seppe trasmettere non solo nozioni tecniche ma, soprattutto, l’amore per la pittura, l’equilibrio tra segno ordinatore e ricerca luministica, l’apertura in direzione del nuovo. Sulla base di un tale linguaggio di modalità postimpressionista andò innestandosi in Fabiani, fin quasi dagli esordi, un impianto spaziale attento alla lezione postcubista che, lungi dallo stravolgere un linguaggio, servì, paradossalmente, ad evidenziarne l’originalità, ad esaltare il gusto. Dal punto di vista tecnico Fabiani opera partendo da uno schema preciso attraverso il quale fissa il soggetto che gli viene suggerito dall’osservazione del vero: una prima stesura, quasi un ordito, fatto di segno marcato, di colore diluito, di scomposizione dei piani e di stilizzazione di elementi. Ma è nella seconda fase che il suo linguaggio, ormai inconfondibile tra gli artisti giuliani, si precisa attraverso un attento uso del colore adoperato corposamente, in impasti dai cromatismi preziosi che accentuano, a seconda delle necessità, morbidi valori tonali o effetti chiaroscurali più marcati. Sono vibrazioni allo stesso tempo di luce e di materia che accentuano i rapporti tra visione d’assieme e particolare, compendiandosi in armonioso dialogo.
Anni fa il critico Sergio Molesi mise in luce l’apparente semplicità del processo pittorico adottato da Fabiani avvertendo come, viceversa, si trattasse di un operare complesso, fortemente ordinato e di alto significato tecnico. Si aggiunga l’attenzione, mai venuta meno negli anni, e semmai sempre più intensa, per le modulazioni luministiche che sono il segno distintivo di questo descrittore poetico di paesaggi in cui si compendiano visione e meditazione. Questa mostra è chiara testimonianza di una maturazione costante, di un procedere convinto a conferma di un’autentica vocazione pittorica difesa con passione e dedizione nel corso del tempo, senza ricorrere a com-promessi che ne avrebbero stravolto l’essenza e vanificato il valore. (Claudio H. Martelli)
In un periodo storico come il nostro, in cui la creatività prende strade non sempre facilmente decrittabili, la pittura identificabile e genuina di Adriano Fabiani assume una funzione rasserenante e in un certo senso “didattica”, insegna cioè che l’equilibrio armonico del comporre i volumi nello spazio e un convincente contrappunto tonale non vanno mai fuori moda, anzi, rasserenano l’animo e la mente.
Così, devo dire, che da quando lo conosco, ho apprezzato la sua pittura fin da quando vidi, nella tipografia che gestiva in via della Fornace, un suo lavoro che rappresentava, con guizzo gestuale d’ispirazione espressionista, declinato con amore, una linotype. Da quell’opera degli anni sessanta, libera ed estrosa per la vivezza e l’immediatezza del tratto – un quadro da cui per altro Fabiani non si staccherebbe mai – la maturazione dell’artista si è articolata verso una direttiva meno libera e ardita, ma ugualmente capace di testimoniarne il talento innato verso una pittura sempre più luminosa, che non avrebbe bisogno di spiegazioni: un ordito ordinato e consequenziale nei confronti della realtà, pervaso dalla luce e dall’amore per la propria terra, Trieste, il mare, il Carso, riletti attraverso angolature e punti vista ariosi e generosi di particolari, a volte assurti a valenza simbolica, elegante e discreta.
Esperto nella grafica e di recente pure nella videoarte, l’artista dimostra in ogni sua opera un gentile e appropriato senso della misura e una perizia tecnica, che si avvale anche di una lieve soglia di matericità per aumentare la rifrazione della luce e la brillantezza dei colori. Figlio del suo tempo, ma anche consapevole interprete della tradizione, Fabiani è altresì un abile disegnatore, dote che gli consente di controllare con grande proprietà e sensibilità la composizione, sostenuta sempre da una griglia a matita o a carboncino a punta fine, declinata su una base di cementite trattata, come nelle opere recentissime. (Marianna Accerboni)
BIOGRAFIA Adriano Fabiani è stato per lungo tempo allievo del pittore Giovanni Babuder, al quale lo legò una profonda amicizia. Da lui apprese i rudimenti di una tecnica efficace e duttile e l’amore per una visione artistica che affonda le sue radici nell’idea impressionista.
Ha tenuto, dal 1967, oltre sessanta mostre personali, inoltre ha esposto in numerose rassegne collettive e di gruppo nazionali e internazionali in diverse città italiane: Udine, Gorizia, Pordenone, Grado, Monfalcone, Modena, Muggia, Milano, Padova, Roma, Trieste; ed all’estero: Slovenia, Croazia, Jugoslavia, Francia, Belgio, Germania, Austria, Svizzera, ottenendo numerosi premi e segnalazioni.
Ha partecipato nell’ambito dell’United Nations of The Arts Academy ai Simposi Internazionali d’Arte a Trieste nel 2002, Brioni (Croazia) nel 2004, Berchtesgaden (Germania) nel 2005, a Limana (Belluno) nell’ambito delle Mostre LimanArte nel centenario dello scrittore ed artista Dino Buzzati nel 2006, e nello stesso anno al Work in progress con artisti internazionali sloveni all’Ostello di Miramare e Mostra presso la Camera di Commercio di Trieste, all’8o Simposio a Muggia nel 2008. Sue opere si trovano, oltre che presso Enti e privati, anche presso la Pinacoteca Permanente dell’United Nations of Arts Academy di Trieste.
Si dedica inoltre all’incisione, alla scenografia, alla grafica pubblicitaria. Videomaker, produce e allestisce cortometraggi ed audiovisivi. Per la Fameia Muiesana attualmente organizza la Mostra degli Artisti Muggesani giunta quest’anno alla 32ª edizione.