Livio Možina / 4 – 17 ottobre

Angolino romantico, olio su tavola (46x34 cm)

Livio Možina – Angolino romantico, olio su tavola (46×34 cm)

INAUGURAZIONE SABATO 4 OTTOBRE, ORE 18.

Možina: tra sogno e realtà, il sentimento in 3D di Marianna Accerboni

Sospesa tra sogno e realtà, la fine pittura di Livio Možina, si rivela ancora una volta intrisa di un pathos unico: quello del Maestro triestino è infatti il frutto di un lavoro certosino, consistente in un attento e composito studio volto alla strutturazione dell’immagine, cui fa seguito una giustapposizione di elementi anche tridimensionali, che talvolta sfiorano la suggestione trompe l’oeil. E fascinosa e al tempo stesso divertente, risulta l’accuratissima e ingegnosa finestra di gusto rurale, che rappresenta quest’anno l’autentica novità della mostra.
Quest’ultima si dipana con l’armonia e la brillantezza di uno spartito musicale fuori dal comune, frutto di un intenso, accurato e tenace lavoro, che l’artista persegue con passione e delicato, intenso sentimento, tant’è che questa preziosa rassegna è il frutto di ben tre anni di attività.

Livio Možina - Siamo belli (olio su tavola, 37x73 cm)

Livio Možina – Siamo belli (olio su tavola, 37×73 cm)

Animo neoromantico, che sa coniugare alla delicatezza del sentimento una precisione di taglio quasi scientifico, Možina ha saputo realizzare in quest’esposizione degli effetti tridimensionali, che trasfondono la sua pittura nel concetto di bassorilievo e altorilievo, qualunque sia il tema trattato: dal Carso all’oggetto di uso comune, come per esempio le scarpe, dalle meravigliose e luminose scogliere sul mare al paesaggio, alla natura morta. Che sono intrisi, oltre che di colori brillantissimi, che invitano alla felicità, di un elemento fondamentale in pittura, qual è la luce, che nei suoi lavori raggiunge un livello altissimo di bellezza e di significato. Altrettanto si può dire per il disegno, che sottende con sapiente levità ogni sua opera.
In tal modo, iperrealista dal tratto del tutto originale, l’artista ha superato – grazie a un’ispirazione sincera e del tutto personale, al proprio vivo talento e a una tecnica ineccepibile – i più grandi virtuosi, consegnandoci un universo felice, in cui poter sognare ancora e vivere serenamente.

Livio Možina - Fragoline di bosco (olio su tavola, 32x50 cm)

Livio Možina – Fragoline di bosco (olio su tavola, 32×50 cm)

Livio Možina - Ciliegie (olio su tavola, 32x50 cm)

Livio Možina – Ciliegie (olio su tavola, 32×50 cm)

Livio Možina - Passerotti (olio su tavola, 43x35 cm)

Livio Možina – Passerotti (olio su tavola, 43×35 cm)

Livio Možina - Luci nel silenzio (olio su tavola, 53x40 cm)

Livio Možina – Luci nel silenzio (olio su tavola, 53×40 cm)

Livio Rosignano
20 settembre – 3 ottobre

Livio Rosignano - Bora a S.Giusto, 2014 (cm 30 x 24)

Livio Rosignano – Bora a S.Giusto, 2014 (cm 30 x 24)

INAGURAZIONE SABATO 20 SETTEMBRE ALLE ORE 18.

Livio Rosignano, istriano di origine (Pinguente, 1924) ma sempre vissuto a Trieste, ha iniziato ad esporre nel 1949. Si considera autodidatta anche se, studente nell’“Istituto Nautico”, ha avuto come maestro di disegno il pittore Giovanni Giordani che ne intravide la buona disposizione all’arte e lo incoraggiò a perseverare. Trasse ugualmente profitto dai consigli che gli vennero da colleghi più anziani, come Adolfo Levier e Vittorio Bergagna, con i quali, in vari periodi, ebbe un intenso sodalizio.
Negli anni Cinquanta, sentì che la sua città mancava di “stimoli” e se ne andò quindi a Milano, dove però, pur tornando successivamente e consolidandovi alcune amicizie, come quella dello scultore Umberto Milani, non mise mai “radici”. Quei brevi incontri milanesi gli furono tuttavia d’aiuto: le accensioni cromatiche post-impressionistiche vennero
superate, e in quel periodo giovanile, costituito da affocati ricorsi a un colore espressionistico, egli approdò dopo alcune fasi intermedie, a una pittura più tonale e filtrò una serie di problemi formali. A Trieste, dove aveva frequentato fin dal 1945, sotto la guida di Edgardo Sambo, i corsi di disegno del nudo al Museo Revoltella, importante fu il suo
incontro con Carlo Sbisà che all’Università Popolare insegnava tecnica dell’incisione; Rosignano si innamorò soprattutto dell’acquaforte, tanto che ha ripetutamente operato in questa direzione. Si dedica inoltre all’illustrazione di libri e riviste. Rosignano è anche ritrattista, al quale furono commissionati parecchi ritratti di personalità, a Trieste, Roma e
Milano. Per un breve periodo ha svolto attività di recensore nel periodico locale “La voce dei giovani” e sulla pagina triestina de “Il Gazzettino” di Venezia. Ha partecipato a numerosissime mostre in Italia e all’estero. Dalla Biennale di Milano alla Quadriennale di Roma, dal premio Michetti al Suzzara, dal Marzotto alla mostra del Po alla Triveneta di Padova…
Personali a Milano, Venezia, Genova, Bergamo, Bologna, Forlì. All’Istituto di cultura di Bruxelles, a Bucarest, a Monaco di Baviera e a New York, in Austria e in Jugoslavia. Naturalmente un sacco di mostre a Trieste e nella regione. Antologiche a Gorizia (1971), a Trieste (1978), a Udine (1976 e 1979 e 1998). Al Civico Museo Revoltella di Trieste nel 1995. Nel 2010 a cura della Regione di Trieste una mostra antologica. A Trieste nel 2011
alla Biennale Diffusa del Friuli Venezia Giulia. Nel 2011 a cura del Comune di Muggia alla galleria d’arte Negrisin. Nel 2012 mostra personale alla Galleria Rettori Tribbio. Mostra collettiva del paesaggio alla Lux Art Gallery, Trieste. Nel 2013 mostra personale alla Lux Art Gallery di Trieste.
Nel 2014 mostra antologica alla sala U. Veruda del Comune di Trieste. Ha avuto buoni riconoscimenti ed è stato premiato in varie mostre nazionali. È stato segnalato per il Premio Bolaffi nel 1974. Ha avuto dal Comune di Trieste il Sigillo Trecentesco nel 1994.

Serena Zors Breuer / 6-19 settembre

INAUGURAZIONE SABATO 6 SETTEMBRE ALLE ORE 19.30

Sogni di luce e musica di Marianna Accerboni
Serena Zors Breuer è un’artista semplice e complessa al tempo stesso: semplice per i temi trattati, giocosi, simbolici, colorati, allegri, ma complessa per l’universo molteplice e simbolico che sottende le sue articolate e vivaci composizioni, che nella scultura sembrano invece trovare un momento di pace e di riflessione.
Da un canto compare un entusiasmo istintivo e vitale, a volte quasi infantile, verso il mondo e i suoi segreti, dall’altro l’intuizione quasi fatale di una donna che dell’esistenza sa cogliere, interpretare e descrivere l’elemento irrazionale e magico, rifugiandosi nel sogno e in un mondo irreale e fatato per fuggire il male e per esprimere il proprio bisogno di
libertà; ma anche per donare al fruitore un attimo di magica bellezza, di divertissement e di onirica speranza, distraendolo da un universo tecnologico e spesso intriso di solitudine.
Serena Zors Breuer nasce a Trieste, che lascia poco più che ventenne per Monaco di Baviera, dove tuttora vive e opera. Sin da giovanissima si dedica allo studio del disegno e della pittura, realizzando lavori di gusto naïf. Nel 1980 è allieva a Monaco della Kunstgewerblerin Erika Liebl, artista artigiana nel cui atelier apprende l’arte del vetro secondo la famosa tecnica Tiffany. Dal 1985, per 12 anni realizza su proprio design, indipendentemente dallo Studio Liebl, vetri in stile Tiffany: oggetti, lampade e vetrate che, esposti in numerose mostre, riscuotono grande consenso e la portano anche a lavorare per arredamenti d’interni.
Nel ’91 torna a Trieste per una personale alla Galleria Al Bastione, al cui successo fanno seguito altre esposizioni a Trieste, alla Scuola dei Mercanti della Madonna dell’Orto di Venezia e a Monaco. In occasione di una personale allo Spazio Arte Vinissimo della capitale bavarese, il presidente dell’Azienda Autonoma di Turismo di Trieste, Alvise
Barison, giunto appositamente dal capoluogo giuliano, le conferisce la Medaglia al Merito per gli Italiani all’estero.
Verso la fine degli anni ’80, durante numerosi viaggi a New York e nel corso di frequenti visite al Metropolitan Museum, scatta l’interesse per la scultura, con particolare entusiasmo per i periodi che intercorrono tra Canova e Rodin e tra Moore e Giacometti. Per realizzare le sue eleganti e morbide opere tridimensionali, usa principalmente lo spekstein (steatite o pietra ollare), una roccia particolare, simile alla giada e metamorfica: di molteplice struttura e colore, facilmente lavorabile, il suo ingrediente principale è il talco. Possiede una forza primitiva, percepibile al primo contatto, che trasmette tranquillità,
calore e sentimento.
Nella primavera 2014 l’artista ha esposto con grande successo la sua
produzione più recente nella Sala del Giubileo di Trieste.

La vernice sarà sottolineata da una performance di luce, parole e musica.
Gli attori Gualtiero Giorgini e Roberta Colacino leggeranno la favola Il mistero della bambina e dell’albero, composta per le opere della Zors dallo scrittore e saggista Khaled Fouad Allam, editorialista de Il Sole 24 Ore e autore de La solitudine dell’occidente (Rizzoli). Silvio Donati, compositore di livello europeo, eseguirà al pianoforte dei brani da lui creati per l’occasione e ispirati alle opere dell’artista.
Ideazione, regia e curatela di Marianna Accerboni